Genova – Indagini in corso per identificare l’autore dell’ennesimo blitz contro la statua del fondatore della Moto Guzzi, Giorgio Parodi. Ignoti hanno posto attorno al collo della statua un cappio di quelli usati nelle impiccagioni.
Si affievolisce, però, la pista dell’ennesimo atto dimostrativo da parte dell’area anarco-antifascista che accusa i promotori del monumento di aver fatto indossare a Parodi una divisa “dell’aviazione fascista”.
Sul posto, infatti, è stato trovato un documento della polizia di Stato che riguarda un’operazione condotta nel centro storico e che potrebbe rappresentare la vera motivazione del gesto.
Nel frattempo la famiglia di Giorgio Parodi ha ricordato che esistono documenti che comprovano ringraziamenti dei Partigiani per l’aiuto dato da Parodi e che la divisa indossata non ha le mostrine “fasciste” con i fasci littori, tipici del periodo del Ventennio, ma piuttosto la stella repubblicana. La divisa è stata usata dall’Aereonautica militare ben oltre la fine del fascismo e proprio nella forma ritratta nel monumento.
Le accuse di aver in qualche modo “glorificato”, con il monumento, le gesta invece criticabili dell’aviazione fascista, con i bombardamenti con gas tossici, in Africa, sembra quindi perdere consistenza.
Le repliche, storicamente supportate da “prove” non sono mai state diffuse.
Sul caso del nuovo blitz indaga la Digos di Genova.