Genova – Raffica di raggiri con la tecnica del “figlio in carcere” a persone anziane convinte a consegnare denaro e gioielli per evitare ai familiari di finire in cella. L’ultimo caso è stato denunciato a Marassi dove un ultra-ottantenne è stato convinto da una telefonata concitata che il proprio figlio fosse in carcere in seguito ad un incidente e che fosse necessario pagare una somma di denaro per poterlo far uscire subito.
L’anziano, nel panico per quello che era successo al figlio, ha offerto una somma di denaro che aveva in casa e alcuni gioielli e un truffatore, che si è presentato a casa fingendo di essere l’avvocato, si è fatto consegnare il bottino e poi è sparito.
E’ solo l’ultimo di una serie di casi simili che sono stati denunciati a levante come a ponente, segno che una banda di truffatori sta prendendo di mira anziani di cui, misteriosamente, riesca a sapere nome ed età e il particolare dei nomi dei figli o nipoti.
I malviventi chiamano a casa e convincono le persone anziane che un loro parente stretto, i figli o i nipoti, abbiano causato un incidente e che per loro si siano aperte le porte del carcere di Marassi.
Chi chiama si spaccia per la persona stessa o per l’avvocato o poliziotto o carabiniere e cerca di convincere la vittima che occorre denaro o anche gioielli, per pagare la cauzione (che in Italia non esiste) o le spese legali.
Senza il denaro il parente resterà in carcere.
Una volta convinto l’anziano, uno della banda si presenta a casa e si fa consegnare il denaro e i gioielli per poi fuggire lasciando il malcapitato senza i suoi averi ma anche alle prese con una perdita di autostima e di depressione causata dalla possibile “brutta figura” di essersi fatto abbindolare. Un particolare che convince molti anziani a non denunciare.
Un trucco ingegnoso e che gioca sulla paura delle persone che ovviamente farebbero qualunque cosa per non far finire figli o nipoti in carcere.
Una truffa che, però sempre più spesso evidenzia come gli autori conoscano piuttosto bene la vittima di cui trovano numeri di telefono, età e presenza in famiglia di figli e nipoti e in molte occasioni persino i loro nomi.
Particolari che dovrebbero far scattare approfondimenti accurati sulle informazioni che i truffatori sembrano disporre un pò troppo facilmente per pensare a pedinamenti e altro.
La raffica di colpi messi a segno o tentati negli ultimi giorni spinge ad un appello a informare le persone anziane del rischio e di invitare tutti a denunciare immediatamente le richieste di denaro in modo da poter far scattare “trappole” per acciuffare i colpevoli.