Genova – È stato condannato a 24 anni e sei mesi di reclusione Alberto Scagni, il 42enne che nel maggio scorso ha ucciso a coltellate la sorella Alice dopo averle teso un agguato sotto casa.
La corte d’assise, presieduta dal giudice Massimo Cusatti, ha riconosciuto Scagni semi infermo di mente aggiungendo che, scontata la pena, Scagni dovrà trascorrere altri 3 anni in una Rems, le strutture psichiatriche che hanno sostituito i manicomi.
Il pubblico ministero Paola Crispo aveva chiesto la condanna all’ergastolo ritenendolo pienamente capace. Scagni è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalla parentela.
Da mesi il fratello litigava con i parenti perché chiedeva continuamente soldi. In poche settimane aveva speso il fondo pensione, di 15 mila euro, che gli era stato accantonato dai genitori e aveva iniziato a perseguitare la nonna e i vicini di casa. Dopo l’omicidio i genitori hanno denunciato la dottoressa del centro di Salute mentale della Asl3 e gli agenti della centrale operativa che il primo maggio ricevettero le telefonate del padre del ragazzo ma non mandarono le volanti. La procura ha chiesto l’archiviazione per questo fascicolo ma i genitori, tramite l’avvocato Fabio Anselmo, si sono opposti e deve essere fissata una udienza per la discussione