Liguria – Non sembra rallentare l’epidemia di peste suina africana che sta decimando i cinghiali dell’entroterra del genovese e del savonese e si estende in Piemonte e nel piacentino. Nell’ultima settimana sono stati registrati ben 26 casi accertati che hanno fatto superare quota mille decessi confermati senza poter contare con precisione tutte le carcasse presenti nei boschi della zona.
Gli ultimi casi registrati ufficialmente dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Torino sono una ventina in Liguria e 6 in Piemonte.
A preoccupare è l’estendersi della zona interessata dall’epidemia, con aumento dei ritrovamenti nella zona di Moconesi, Borzonasca, Fontanigorda e Santo Stefano d’Aveto.
Restano pesanti le limitazioni alla caccia, in particolar modo al cinghiale e cresce la protesta dei cacciatori che non possono consumare neppure la carne degli animali che risultano san dopo l’abbattimento.
La peste suina africana non si trasmette all’uomo ma è molto facilmente trasportabile da una zona all’altra e il timore è che la malattia possa arrivare ai grandi allevamenti, pilastri portanti dell’economia di alcune zone dell’Italia delle eccellenze gastronomiche a base di carne di maiale.
L’emergenza peste suina dura ormai da due anni e sono 118 i Comuni interessati dall’emergenza.