Gatto NeroAggiornamento – Alla Redazione di LiguriaOggi.it è pervenuta una testimonianza di persona che si dichiara testimone dei fatti secondo cui la persona nella cui abitazione sono stati trovati i gatti, tra i quali quello oggetto di denuncia, non avrebbe collaborato affatto al chiarimento delle circostanze e alla verifica dell’eventualità che il gatto presente nella sua abitazione fosse di proprietà altrui.
Secondo la testimonianza (la persona si presenta con nome e cognome) la gatta sarebbe stata tenuta in casa e non restituita per circa 3 anni nonostante la persona fosse stata richiesta di restituire l’animale dai suoi legittimi proprietari che la cercavano disperatamente.
Sempre secondo la testimonianza la persona non avrebbe affatto collaborato alle indagini aprendo le porte di casa solo quando è stata costretta a farlo e solo a quel punto si sarebbe scoperta l’effettiva presenza in casa dell’animale microchippato.
Sarebbero in corso altre indagini per accertare la provenienza degli altri 20 (venti) animali presenti nell’abitazione e pertanto, chi avesse perso un gatto in circostanze analoghe, dovrebbe contattare le forze dell’ordine con elementi utili all’identificazione come foto e video dell’animale.
Una ricostruzione che, se confermata in sede legale, modificherebbe e molto la responsabilità nella vicenda.

Genova – Un gatto scomparso, una gattara denunciata ed il sospetto di un rapimento seriale di felini. Sono gli elementi dell’indagine che ha portato i carabinieri forestali alla scoperta di un probabile “rapimento” di una gattina e alla scoperta di una persona che, amante degli animali e decisa a salvarne quanti più possibile, avrebbe prelevato mici per strada con la presunzione che non avessero padrone o che le loro famiglie non se ne preoccupassero in modo adeguato.
Sarà certamente un caso “da manuale” il processo ad una gattara che vive in Valbisagno e che è accusata di aver sottratto almeno un gatto alla sua legittima famiglia ma che potrebbe avere in casa una ventina di mici di dubbia provenienza.
Tutto inizia con la denuncia di una famiglia che scrive ai carabinieri forestali segnalando di essere certi che la loro micia – sparita da qualche mese – si trovi nell’abitazione di una strana signora molto impegnata nella salvaguardia di colonie feline ma forse un pò troppo rigida nell’interpretare il suo diritto di prendersi cura degli animali.
La famiglia ha infatti segnalato di sapere che la gatta si trovava in un appartamento e di poter dimostrare la proprietà attraverso il microchip impiantato dal veterinario nel gatto.
I carabinieri, con molta attenzione, hanno avvicinato la persona e le hanno mostrato la foto del gatto e la signora ha ammesso di avere un animale “simile”.
A questo punto i militari hanno chiesto di poter verificare l’eventuale presenza del microchip e la gattara non ha opposto resistenza ed ha fatto entrare i militari nella sua abitazione.
La verifica ha accertato che il gatto era effettivamente quello “smarrito” e l’animale è stato riconsegnato ai legittimi proprietari.
Discorso diverso per gli altri gatti presenti nell’abitazione poiché nessuno degli animali presenta microchip e non è quindi possibile accertare l’eventualità, supportata da qualche “pettegolezzo” che altri gatti siano in realtà stati prelevati.
La persona ha precisato di aver preso i gatti dalla strada perché, a suo giudizio, erano “in condizione di pericolo”.
Spesso, specie sui social, ci sono roventi discussioni a proposito del fatto che i proprietari di gatti lascino o meno uscire il proprio animale e non solo nel giardino di proprietà ma addirittura in spazi molto più ampi.
Secondo alcuni si tratterebbe di assecondare la naturale inclinazione dei gatti al “girovagare” mentre, per altri, sarebbe un comportamento sconsiderato che mette a rischio l’animale che può essere investito, può essere ferito in combattimenti con altri animali o, addirittura, catturato da persone senza scrupoli.
Secondo alcuni “estremisti” sarebbe quindi lecito sottrarre i gatti alla libertà, offrendo rifugio nelle proprie abitazioni, anche se gli animali sono di proprietà di altri.
Anche per questo motivo i veterinari consigliano sempre di dotare tutti gli animali di microchip essendo l’unico modo di poter dimostrare la proprietà del gatto e del cane.
In caso di controversia, infatti, foto e filmati potrebbero non bastare a “far tornare” il gatto nella sua famiglia di origine.
Curiosamente, inoltre, in Liguria è obbligatorio il microchip per i cani – insieme alla registrazione all’anagrafe canina – mentre la decisione se impiantarlo o meno nei gatti è facoltativo.
In questo modo non è neppure possibile conoscere il numero di animali presente nelle famiglie dei Liguri e stabilire opportune pratiche veterinarie come avviene invece per i cani (vaccinazioni, controlli etc)