Genova – Lo scopo è nobile ma l’effetto sulle abitudini dei cittadini è un piccolo terremoto. Potrebbe essere riassunta così la vicenda dei cantieri spuntati in via XII ottobre, in pieno centro città, nella zona di Piccapietra e che hanno di fatto cancellato i posteggi per auto sul lato di destra e quelli per le moto, ufficialmente 40 ma nella realtà più di un centinaio, sulla sinistra.
Una brutta sorpresa per gli oltre 250mila possessori di moto e scooter che risiedono nel capoluogo ligure ed una bella novità in arrivo per la decina (forse un centinaio ed in aumento) di cicloamatori che si spostano ogni giorno in bicicletta per la città.
I cantieri apparsi in via XII ottobre, a Piccapietra, infatti, sono destinati a far apparire in loco le “piste ciclabili” che un contestatissimo progetto del Comune di Genova intende diffondere in tutta la città per convincere i genovesi ad abbandonare l’auto e le moto per spostarsi in bicicletta.
Il progetto prevede che entro settembre le piste ciclabili siano pronte ma già da ora un centinaio (e forse più) di posteggi per moto e scooter vengono cancellati con la realizzazione di una minima alternativa sul lato opposto.
Mentre sui social monta la rabbia di chi si sposta in moto e scooter, per evidenti motivi di parcheggio e opportunità, avanza il piano comunale per rendere ciclabile la città.
Un progetto che punta a realizzare una rete di piste ciclabili che attraversa e si interconnette in tutta la città a beneficio di un numero crescente di amanti degli spostamenti green e che sta facendo inferocire, per il momento senza proteste ufficiali, l’esercito di possessori di mezzi a due ruote a motore. La comunità del settore più grande d’Italia e che da anni vede ampliare il numero delle limitazioni in atto (posteggi riservati a mezzi elettrici, parcheggi per biciclette, divieto di transito sulle corsie dei Bus ed altro) senza un vero corrispettivo. Una scelta penalizzante visto che, comunque la si voglia vedere, uno scooter inquina meno di un Suv e dovrebbe essere incentivato in una “scala di valori” al cui apice c’è certamente il trasporto pubblico locale e non certo la bici.