gorgonie coralli riserva marina PortofinoPortofino (Genova) – Gorgonie e coralli a rischio sparizione e danni incalcolabili per l’economia del mare della Riserva Marina Protetta del Monte di Portofino, meta di centinaia di migliaia di subacquei da ogni parte del mondo.
L’allarme arriva dai diving che ogni giorno accompagnano decine di subacquei sui fondali più belli della Riserva ma anche dai tanti appassionati di immersioni che frequentano abitualmente le profondità marine della Liguria. La temperatura dell’acqua sempre più calda sta uccidendo i microorganismi marini e rischia di far sparire per sempre le gorgonie e i coralli che colorano i fondali della nostra regione.
Le immersioni nella riserva del Monte di Portofino sono quelle più allarmanti perché divieti e limitazioni avevano fatto ricrescere la vita sottomarina e gli animaletti che creano le gorgonie (simili a coralli ma “morbide”) erano esplosi donando ai fondali colori e forme tali da far invidia ad alcun blasonate mete turistiche degli appassionati di subacquea. Sino agli ultimi mesi.
La temperatura cresciuta a dismisura e che è giunta a far registrare i 30 gradi nel savonese, sta uccidendo lentamente ma inesorabilmente i coralli e le gorgonie che non riescono a sopravvivere al di sopra di determinate temperature dell’acqua e si riempiono di mucillagini e “sbiancano” morendo.
Non si tratta di un fenomeno “nuovo” nella Riserva Marina Protetta ma quest’anno gli effetti sono particolarmente evidenti e le temperature registrate sono davvero allarmanti e fanno temere una moria senza precedenti.
Un danno che non è solo estetico ma anche economico perché si calcolano in centinaia di migliaia ogni anno i sub in arrivo sui Promontorio di Portofino, con indotto per centri di immersione, alberghi, ristoranti, negozi di articoli specializzati.
Inoltre, morendo le gorgonie e i coralli, muore anche uno degli ambienti più importanti per pesci e altri abitanti del mare che dovrebbero andare altrove o morire “a catena” e il Mar Ligure potrebbe impoverirsi di pesce ma anche di quell’energia vitale che dona vita e denaro ai Liguri da millenni.
L’allarme è confermato anche sulle pagine social della Area Marina Protetta Portofino
“Quando l’acqua calda raggiunge profondità dove di solito l’acqua è fredda e dove si sono sviluppate comunità di organismi che necessitano di temperature basse.. le conseguenze sono facilmente immaginabili – si legge sulla pagina – Diverse specie di gorgonie, coralli, briozoi e spugne sono spesso tristemente protagoniste di morie di massa che ne decimano le popolazioni; questo avviene perché questi organismi, se esposti per lungo tempo a temperature più elevate del loro optimum termico (spesso sotto i 20°C), subiscono stress fisiologico e diventano facilmente vittime di patogeni che causano necrosi dei tessuti e spesso anche la morte.
Questi fenomeni in genere si manifestano in autunno quando «si rompe» il termoclino, tuttavia le prime avvisaglie si possono osservare anche prima, nel caso delle gorgonie ad esempio uno dei primi campanelli d’allarme è il «denudarsi» delle estremità dei «rami» delle colonie.
Il 2022 e il 2023 sono stati anni particolarmente tragici da questo punto di vista, tra le specie più colpite vi è stata di sicuro la Gorgonia rossa (Paramuricea clavata)
Ogni anno lo staff dell’AMP effettua monitoraggi specifici prima e dopo l’estate in modo da capire l’entità dell’eventuale danno causata dall’accumulo del calore estivo, perché come già detto in precedenza, i fenomeni di moria vera e propria di solito avvengono in autunno e il dato sulla salute delle gorgonie a inizio estate è necessario per avere un confronto”.

Secondo i dati diffusi sulla pagina sociale dell’Area Marina Protetta , a fine luglio a 25m di profondità era compromesso più dell’80% delle gorgonie e risalendo di soli 5 metri la profondità (più si scende e più fa freddo) la percentuale di gorgonie colpite si attesta sul 100% ovvero l’intera popolazione ha subito danni più o meno gravi.
I monitoraggi sono basati su i protocolli sviluppati in una serie di progetti europei, attualmente le attività vengono svolte nell’ambito del progetto Interreg Euro-MED MPA4Change.
I dati ottenuti dai monitoraggi vengono caricati, come nel caso dei dati di Temperatura, sulla piattaforma TMEDNet