Il Secolo XIXGenova – Tornano gli attacchi a Il Secolo XIX e a suoi giornalisti per l’inchiesta che ha provocato le dimissioni dell’ex presidente Giovanni Toti e il direttore del quotidiano genovese Michele Brambilla “mette a posto” chi lo chiama in causa sostenendo di essere venuto a dirigere il giornale per “riequilibrare” gli eccessi compiuti da chi lo ha preceduto.
La vicenda è nota: durante un incontro pubblico organizzato a Imperia, il giornalista Paolo Liguori, che per decenni ha lavorato per il gruppo Mediaset di Silvio Berlusconi ha rilasciato dichiarazioni piuttosto forti – e probabilmente oggetto di ricorsi – sul quotidiano storico di Genova e sui suoi cronisti, arrivando ad insinuare, nemmeno troppo velatamente, la presenza di una sinergia tra magistrati e giornalisti contro l’ex presidente della Regione Liguria ed ex Collega dello stesso Liguori in Mediaset.
Accuse durissime che hanno spinto il direttore de Il Secolo XIX a replicare con un editoriale che sta suscitando molte discussioni e non solo in ambito editoriale.
“Liguori – scrive Brambilla – ha detto che un’inchiesta come quella che ha portato alle dimissioni di Giovanni Toti “non sarebbe stata possibile in un altro posto” perché qui i pm hanno potuto “orchestrare con il principale quotidiano di Genova”. “Mai visto”, ha aggiunto, “una cosa del genere, neanche ai tempi di Mani Pulite”; poi ha parlato di “accondiscendenza servile” dei cronisti del Secolo, che dei pm sono stati “fattorini”, anzi peggio ancora “suggeritori”. Un tale schifo che al Secolo “hanno cambiato il direttore”, mettendo al suo posto “un mio amico”.
Nel precisare che i due giornalisti si sono incontrati in realtà, solo due volte nella loro lunga carriera, e sempre in occasioni pubbliche, Brambilla difende l’operato dei suoi cronisti e della direttrice che l’ha preceduto e chiarisce che “hanno solo fatto i giornalisti” e poi puntualizza su una questione su cui, si è parlato molto in città, specie in ambienti politici, ovvero i suo presunto “ruolo” di amico del centro-destra, mandato – come scrive lo stesso direttore – “dal nuovo editore a ristabilire ordine e disciplina”.
Brambilla ricorda di aver diretto 4 quotidiani (Provincia, Gazzetta di Parma, Quotidiano Nazionale e Resto del Carlino) e di aver lavorato, non come direttore, per quotidiani con linee editoriale diverse.
“La smettano quindi di tirarci per la giacca – scrive i direttore de Il Secolo XIX nel suo editoriale – Se proprio hanno tempo da perdere, leggano il libro di Giovanni Toti per vedere se è più arrabbiato con i pm, con i cronisti del Secolo o con la politica”.