Imperia – E’ stato condannato a quattro anni e sei mesi di reclusione e a risarcire l’ex fidanzata con circa 30mila euro il 36enne accusato di aver nascosto alla ex la sua sieropositività al virus HIV.
Lo ha deciso il tribunale di Imperia valutando un caso delicatissimo e destinato a fare scuola visto che il virus non è stato sconfitto e continua a circolare tra la popolazione, specie tra i giovani, a causa della carente informazione e la quasi assenza di campagne di comunicazione.
L’uomo, 36 anni, originario della zona intemelia, era accusato di lesioni personali dolose per aver nascosto, secondo la denuncia dell’ex fidanzata, la sua sieropositività, esponendo la giovane a rapporti non protetti proprio per la confidenza e l’intimità creata da una relazione non occasionale.
La donna aveva scoperto di essere diventata sieropositiva a seguito di un esame di routine fatto dopo la fine della relazione.
Subito i suoi sospetti si erano concentrati sull’ex e ne era scaturita una denuncia per poter avere informazioni certe sullo stato di salute dell’uomo, nel periodo del loro fidanzamento. Le indagini avevano accertato che l’uomo, all’epoca della relazione, era già sieropositivo e ne era consapevole e questo ha fatto scattare la condanna.
Secondo il giudice, infatti, l’uomo avrebbe dovuto informare la compagna del suo status e proteggerla con l’uso di misure di sicurezza come il profilattico durante i rapporti.
La condanna verrà quasi certamente impugnata in sede di Appello mentre per la giovane resta quella “per la vita” poichè essendo stata infettata dovrà sottoporsi vita natural durante a controlli e cure farmacologiche per impedire che il virus si trasformi in malattia (AIDS/HIV) e avrà la vita inevitabilmente danneggiata senza possibilità di scampo.
Una condizione che colpisce ancora molte persone a causa della scomparsa del tema HIV/AIDS dalle campagne di informazione medico-sanitaria e dalla errata convinzione che la malattia sia stata debellata.
Il virus viene ormai “cronicizzato” e curato in modo che non sviluppi la malattia ma questo comporta comunque una profonda modificazione della propria vita e l’obbligo di assumere terapie farmaceutiche “a vita” e con un impatto sulla propria salute.
Gli esperti continuano ad invitare i genitori a sensibilizzare i propri figli rispetto al rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili e a chiedere che la Scuola garantisca una corretta informazione sui pericoli che ancora si corrono con i rapporti occasionali.