Genova – C’è stato un tempo nel quale anche nel capoluogo ligure erano aperte ben due filiali della catena di negozi di ferramenta e casalinghi della famiglia Morassutti. Dagli anni 60 ai 70 il marchio era noto in tutta Italia potendo contare su ben 40 punti vendita e dando lavoro a ben 2.000 dipendenti.
A Genova la ferramenta Morassutti aveva sede in piazza Banchi, sotto la celebre ed unica chiesa sopraelevata e in via Carlo Rolando, a Sampierdarena.
Oggi un docufilm sulla storia della famiglia Morassutti è stato realizzato da Giovanni Morassutti, tra gli eredi della famiglia, attore e regista. “Memorabilia – Una Storia di Famiglia” è stato realizzato in collaborazione con Archivio del Movimento Operaio e Democratico, l’Archivio Nazionale Cinema di Impresa e la Cineteca del Friuli.
Soprattutto a Sampierdarena molte persone mantengono un caro ricordo della Morassutti, in particolare artigiani, ex-dipendenti e clienti.
L’epopea della ditta Paolo Morassutti, un tempo colosso italiano nel commercio di ferramenta e casalinghi, rivive quindi sul grande schermo e il docufilm debutta nel circuito dei festival cinematografici proponendo anche una profonda riflessione sul “capitalismo etico”, portando in luce l’inestimabile patrimonio umano e sociale che l’azienda riuscì a costruire, anche nella sua filiale di Genova.
La ditta Morassutti, fondata a fine Settecento, arrivò a contare oltre 2000 dipendenti e 40 punti vendita durante il boom economico degli anni ’60. A Genova, oltre allo storico negozio di piazza Banchi anche diverse filiali tra cui il punto vendita in via C. Rolando 35r nel quartiere di Sampierdarena, erano parte di questa rete capillare che per anni ha fatto “sognare l’Italia”.
“Memorabilia” utilizza la storia aziendale come lente per esplorare la distruzione causata dall’avidità finanziaria e, al contempo, la forza imperitura della cultura e dell’etica imprenditoriale.
Il regista Morassutti ricompone il mosaico di quest’impresa attraverso rare immagini d’archivio e interviste esclusive agli ex dipendenti, restituendo la memoria di un’azienda che aveva creato un profondo senso di “famiglia” tra proprietà e maestranze.
Il Teatro come “Collante Identitario”
Elemento centrale dell’etica Morassutti era la Compagnia Stabile Paolo Morassutti, un gruppo teatrale amatoriale interno all’azienda che, grazie al teatro, contribuì a cementare il legame tra dipendenti e ditta. Questa compagnia, oggi attiva come “Arlecchino Morassutti”, emerge nel docufilm come l’emblema di una resistenza culturale che, nonostante il destino dell’impresa principale, continua a vivere.
“Il messaggio centrale è una profonda riflessione sulla distruzione del patrimonio umano e sociale causata dall’avidità finanziaria, contrapposta a modelli aziendali basati su etica e benessere dei dipendenti,” spiega il regista Giovanni Morassutti. Il suo obiettivo è duplice: “non solo ricordare il vissuto degli ex dipendenti, ma anche lasciare alle nuove generazioni una testimonianza del valore perduto di un’imprenditoria a misura d’uomo.”L’Ombra di Sindona e il Patrimonio Immobiliare
Il docufilm non nasconde le ombre della storia aziendale, affrontando la drammatica vendita negli anni ’70, avvenuta a causa delle manovre illecite del finanziere Michele Sindona, interessato principalmente al vasto patrimonio immobiliare della ditta. La pellicola denuncia con forza come la pura avidità finanziaria possa distruggere un inestimabile patrimonio umano e sociale costruito con decenni di lavoro e solidarietà.
“Aver realizzato questo film rappresenta un grande motivo di orgoglio soprattutto perché molti ex dipendenti mi hanno ringraziato per aver dato vita alla loro storia,” conclude Morassutti. Il suo desiderio è ora di portare il docufilm nei cinema delle città che ospitavano le filiali, affinché questa memoria, che coinvolge anche la comunità di Sampierdarena, possa tornare a chi l’ha vissuta.