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Genova, assalto al liceo Da Vinci, indagini su altri episodi simili

Genova leonardo da vinci aggressione fascistaGenova – Nuovo presidio degli studenti, questa mattina, davanti alla sede del Liceo Leonardo Da Vinci teatro di un assalto squadrista nella notte tra sabato e domenica. Gli studenti si riuniranno per decidere le prossime iniziative e per organizzare la pulizia dei locali devastati durante il blitz tra cori fascisti, svastiche disegnate sui muri e inneggiamenti al duce.
Nel frattempo proseguono le indagini della Digos su quanto avvenuto. Alcuni degli autori del blitz sarebbero già stati identificati grazie alle riprese video del circuito di sorveglianza ma anche a foto e video fatti dagli stessi studenti “assediati” che avevano capito che il gruppetto di una trentina di teppistelli vestiti di nero, che ha stazionato per circa mezz’ora davanti all’istituto di via Arecco, non aveva buone intenzioni.
I primi identificati sarebbero minorenni, probabilmente coetanei dei ragazzi che occupavano la scuola, autorizzati dal Consiglio di Istituto, per protestare per i massacri di palestinesi a Gaza e contro i crimini di guerra ed il genocidio perpetrati dall’esercito israeliano sotto la guida del capo del Goveerno Netanyahu.
Nelle prossime ore verranno ascoltati dagli inquirenti e potrebbero fare importanti rivelazioni sull’episodio e magari i nomi di altre persone coinvolte.
Sotto la lente di ingrandimento degli investigatori altri episodi molto simili avvenuti nei giorni scorsi in altre scuole genovesi e, in particolare allo scientifico Calvino di Borzoli a al Nautico San Giorgio. L’ipotesi investigativa è che ci siano le stesse persone coinvolte o una stessa matrice politica o identitaria, magari fomentata da movimenti di estrema destra a caccia di “seguaci” da reclutare nel substrato della ribellione adolescenziale e in quel senso di vuoto e rabbia che sempre più spesso sfocia in episodi di violenza apparentemente inspiegabili.
A preoccupare sono soprattutto i riferimenti al fascismo, al duce, alla svastica nazista, che possono essere “scimmiottamenti” di ragazzini che non sanno nemmeno di cosa parlano oppure segni evidenti di un proselitismo di certe frange estreme.
La ricostruzione delll’accaduto
Secondo le prime ricostruzioni, nella notte tra sabato e domenica, oltre 200 studenti erano presenti nel liceo Leonardo Da Vinci per l’occupazione Pro-Pal e intorno alla mezzanotte hanno iniziato ad arrivare, su scooter e moto, gli aggressori.
Presenza notata da più giovani che – secondo quanto raccontato ai genitori – avrebbero iniziato a chiamare, sempre più allarmati, le forze dell’ordine – altro punto da chiarire nella vicenda.
Il gruppetto si sarebbe radunato davanti all’ingresso della scuola e poi, diviso in due manipoli, ha iniziato a frugare in un vicino cantiere per prendere bastoni e sbarre di metallo con le quali hanno sfondato il portone, barricato con banchi, sedie e mobilio, e hanno lanciato l’irruzione mentre un altro gruppo saliva sulle impalcature per un attacco dalle finestre.
Al rumore dei colpi sul portone, mandato poi in frantumi, i ragazzi all’interno hanno deciso di non rispondere alla violenza e si sarebbero barricati in alcune aule continuando a chiamare le forze dell’ordine.
Il blitz è durato a lungo, e dopo l’iniziale “foga” gli aggressori hanno distrutto vetrate, disegnato svastiche sui muri cantando inni fascisti conditi con saluti romani e invocazioni a Mussolini e poi hanno scaricato estintori e schiumogeni prima di fuggire, forse avvisati dell’arrivo delle forze dell’ordine.
Le perplessità dei genitori dei ragazzi assaliti
Sono molte le domande che si pongono i genitori dei ragazzi assaliti nel Liceo. In primis sulle tempistiche con le quali le forze dell’ordine sono intervenute.
Le chiamate ai centralini del 112 e dei vari numeri di emergenza sono tutte registrate e non dovrebbe essere difficile risalire ai tempi di intervento.
Le famiglie vorrebbero capire se ci sono state negligenze o ritardi nell’accorrere nella scuola dopo le chiamate allarmate dei ragazzi.
Ci sono poi “perplessità” sulla corsa a “sminuire” l’episodio, specie sui social, come se un’irruzione di una trentina di giovani armati di spranghe e bastoni in una scuola occupata, cantando inni fascisti e disegnando svatiche potesse essere catalogata come “bravata” o, peggio, fenomeno di costume da imputare a mode come quella dei “maranza” che di politico non hanno assolutamente nulla.
C’è ovviamente grande cautela per evitare possibili risposte violente agli assalti ma, secondo i familiri dei ragazzi, il risultato più importante da ottenere dovrebbe essere quello di identificare uno ad uno i partecipanti al blitz e di comprendere se altri episodi avvenuti in altre scuole siano in qualche modo collegati e se ci sia una “regia comune”, quale che sia e qualunque colore o ideologia ci sia dietro.

 

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