Genova – Hanno deciso di ripulire la scuola e di lavare via le svastiche tracciate durante il blitz squadrista gli studenti del Liceo Leonardo da Vinci assaliti, nella notte tra sabato e domenica, da un gruppo numeroso di giovani con il volto travisato, armati di spranghe e bastoni ed inneggianti al duce.
I giovani, che occupano la scuola in modo autorizzato e per protestare contro il massacro di palestinesi a Gaza, hanno deciso di rimettere a posto la scuola, per quanto loro possibile, e di far sparire le svastiche che offendono il comune sentire e rappresentano l’odioso segno di un tentativo di prevaricazione che è fallito solo perché i ragazzi si sono barricati nelle aule.
Una decisione che ha suscitato i ringraziamenti della sindaca Salis che sta seguendo con molto interesse l’evolvere delle indagini insieme a gran parte dei genovesi.
Le polemiche a riguardo sono molte e, ancora una volta, dividono l’opinione pubblica tra chi vuole “prove” per poter parlare di aggressione fascista, come se la matrice politica dovesse essere “determinante” di fronte ad un gesto gravissimo e comunque da condannare, e chi invece si domanda se vengono condotte indagini anche sul presunto ritardo con il quale proprio le forze dell’ordine sarebbero intervenute nell’istituto, con giovani pronti a testimoniare di aver chiamato ripetutamente per chiedere soccorso.
A chiedere trasparenza e indagini approfondite sono i genitori dei ragazzi e delle ragazze presenti nell’istituto di via Arecco dove, secondo quanto denunciato, un gruppo numeroso di persone ha sfondato le porte armata di bastoni e ha fatto irruzione nella scuola inneggiando al duce e facendo il saluto romano.
I genitori chiedono che venga ricostruita la tempistica intercorsa tra le prime chiamate terrorizzate dei ragazzi aggrediti ed i centralini dei numeri di emergenza e se, come denunciano alcuni protagonisti, è realmente passata oltre un’ora prima che le volanti arrivassero nei pressi della scuola, con gli aggressori ormai fuggiti.
Fortunatamente non ci sono feriti gravi ma è del tutto comprensibile la preoccupazione delle famiglie che avevano i ragazzi nella scuola occupata e che potevano subire pestaggi e violenze di ogni genere.
Le numerose telecamere della zona, poi, dovrebbero aver registrato i movimenti di un gruppo numeroso, immortalando visi, targhe di veicoli usati per avvicinarsi ed allontanarsi ed altri elementi utili a risalire agli autori del gesto e assicurarli alla Giustizia.
Una risposta che la città di Genova e tutte le persone democratiche e che credono nelle forze dell’ordine pretendono.
























