Utah (Usa) – Torna la fucilazione con tanto di plotone di esecuzione per le condanne a morte. Il governatore dello Utah, Gary Herbert, ha infatti firmato ieri la nuova legge che introduce nuovamente la fucilazione per le condanne a morte che non possono essere eseguite con l’iniezione letale a causa di problemi nel reperire i farmaci necessari.
In caso di carenza di farmaci letali, insomma, i condannati a morte verranno giustiziati mediate fucilazione eseguita da un vero e proprio plotone di esecuzione.
L’iniziativa arriva dopo una serie piuttosto numerosa di rinvii di esecuzioni di condanne a morte. Nello Utah è sempre più difficile reperire i farmaci necessari alle iniezioni mortali e così il governatore ha scelto di ricorrere ad un altro “metodo”, molto più cruento e inumano e che ristabilisce nello stato americano la figura del plotone di esecuzione con tanto di “boia” pronti ad imbracciare un fucile per sparare al condannato.
La carenza di farmaci è causata dalla ritrosia con cui le case farmaceutiche sottoscrivono contratti di fornitura con lo Stato sapendo che i prodotti verranno utilizzati per uccidere esseri umani. Un genere di “pubblicità negativa” che le case farmaceutiche rifuggono per l’esposizione mediatica che ne segue.
L’opinione pubblica è sempre più contraria alla pena di morte ed una casa farmaceutica che fornisce farmaci letali non godrebbe di una pubblicità positiva.
Ora lo stato dello Utah cercherà persone disponibili a sparare nel plotone di esecuzione e, probabilmente, dovrà pagarle.