Reggio Emilia – Allarme predoni nelle campagne della Pianura Padana. Ladri organizzati in vere e proprie bande rubano cocomeri per rivenderli. “E’ peggio dell’invasione di cavallette”, spiegano i contadini della bassa reggiana, la zona più colpita dalle incursioni notturne. Il caldo torrido di queste settimane ha generato un aumento della domanda di frutta fresca. Di fronte a una concreta possibilità di guadagno, settori della malavita e gruppi di sbandati non hanno perso tempo e sono entrati in azione attaccando nottetempo i raccolti.
Le razzie sono talmente diffuse che alcuni produttori sono stati costretti ad ingaggiare squadre di vigilantes. “Passano con camion e camioncini. A volte sono persone maggiorenni che scaricano gruppi di minorenni e poi ripassano per caricare i cocomeri e scappare”, denunciano le vittime. I danni alle serre non si contano. Lo strappo (senza metodo) dei cocomeri pregiudica la crescita delle piante vicine. Interi raccolti sono compromessi.
Le istituzioni sono mobilitate. Il prefetto di Reggio Emilia, Raffaele Ruberto, ha convocato un Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica dopo le denunce di ripetuti furti di angurie nelle campagne per un totale di 4 tonnellate. Commercio comunque povero, se si considera che la quotazione delle angurie sul campo viaggia sui 30 centesimi al chilo.
Oltre al danno, la beffa. I ladri alimentano, infatti, il mercato ambulante delle bancarelle irregolari. I proprietari di chioschi autorizzati chiedono più controlli. Mauro Tonello, presidente di Coldiretti Emilia Romagna, tratteggia un quadro drammatico: “Si tratta di un fenomeno in preoccupante espansione, con la presenza di bande di malviventi che battono ormai sistematicamente le aree rurali e rubano tutto ciò che trovano: ortaggi, piante, animali, rame, fitofarmaci, carburante, attrezzi agricoli e anche trattori”. Rubagalline e ladri di polli? Roba d’altri tempi.
Fabio Tiraboschi