Genova – Mettere un “mi piace” su una pagina Facebook che inneggia al terrorismo, anche virtuale, può rischiare una denuncia per apologia. Lo sanno bene alcuni utenti del social network più diffuso al mondo incappati in una indagine della magistratura genovese su un gruppo di Hacker filo islamisti che ha attaccato i siti di alcuni comuni liguri.
Il gruppo ha oscurato i siti del Comune di Torriglia e di Dolcedo e ha mostrato al loro posto immagini di brutali violenze che sarebbero state perpetrate da “occidentali” ai danni di donne arabe.
La vicenda ha ovviamente fatto aprire un’indagine e si è scoperto che il gruppo di hacker ha anche una pagina su Facebook e che alcuni liguri e non, tutti comunque residenti in Italia, hanno messo un “mi piace” su quella pagina. Per loro è scattata una denuncia per apologia di terrorismo e rischiano di passare guai seri.
Sulla vicenda è scoppiato il “caso” poichè non sempre, su Facebook, un “like” significa proprio che si intende sostenere quella pagina ma a sostegno della tesi dei magistrati interviene anche il centro di assistenza del social ideato da Mark Zuckerberg che ha risposto che un “like” è comunque una forma di “sostegno” e “incoraggiamento” e quindi, mettere “mi piace” significa condividere il pensiero e il tono della pagina.
Abbastanza per finire in tribunale.