Roma – Uno sforzo straordinario per aggredire le cause arretrate e che procedono con lentezza esasperante. E’ questa la soluzione individuata dal Ministro della Giustizia Andrea Orlando ai problemi in cui versano i tribunali italiani che sta visitando.
“Siamo schiavi del paradosso che come Paese non abbiamo soldi per la macchina, ma poi siamo costretti a pagare milioni di euro in rimborsi per i risarcimenti dovuti alla lentezza dei processi – spiega Orlando – C’è da invertire anche una certa mentalità che vede solo rogne nelle cause invecchiate. Ne’ sottovaluto l’effetto perverso degli indici statistici: se una causa ‘giovane’ viene risolta presto, le medie sono brillanti; se si chiude una causa ‘vecchia’, una di quelle che si trascina da decenni, la media improvvisamente peggiora. Meglio lasciarla nel limbo, può pensare qualcuno”.
Il Guardasigilli illustra i vantaggi del digitale: “Abbiamo dematerializzato il processo: in un anno, sono stati ben oltre
15 milioni di comunicazioni telematiche. Per noi ha significato risparmiare 53 milioni in notifiche”. “Il risultato e’ che per i decreti ingiuntivi i tempi, in alcuni tribunali, si sono dimezzati. E penso che il processo stesso, tra breve, risentirà di questo clima virtuoso. Capita ancora di dover archiviare memorie difensive di 500 pagine, e sentenze enciclopediche. In futuro dovremo giungere, con un percorso concordato tra avvocati e magistrati, ad atti più sintetici”.
Certo, ammette il ministro Orlandi “l’infrastruttura informatica va rinforzata. L’anno prossimo spenderemo 148 milioni di euro in informatica, il doppio di quest’anno”.
Il digitale, assicura, “si sta affacciando” anche nella giustizia penale: “L’anno prossimo si parte con la sperimentazione del processo penale telematico”.