Roma – Lo Stato Italiano prima assegna le frequenze agli Editori di emittenti Tv e poi le ricompra a caro prezzo.
Uno scandalo tutto italiano quella che va in scena in questi giorni lungo i confini del nostro Paese per via di un erroraccio commesso dallo Stato e recuperato a spese dei contribuenti. Le frequenze Tv, distribuite dal Ministero delle Comunicazioni per il passaggio al digitale, provocano interferenze facilmente prevedibili con le emittenti dei Paesi confinanti e questo ha fatto scattare liti senza fine tra aziende italiane e di oltre confine.
Ora, però, sempre lo Stato Italiano, si è impegnato a risarcire quegli stessi editori cui aveva offerto le frequenze (che sono di proprietà dello Stato) ricomprando gli impianti a caro prezzo. Naturalmente tutto a spese dei Contribuenti che prima hanno visto offrire beni dello Stato a prezzi di assoluto favore ed ora devono pagare di tasca propria il ritiro dal mercato.
Accade così che ben 50 milioni di euro vengano destinati alla rottamazione delle frequenze di trasmissione (i canali tv) e che il Governo decida di iniziare proprio da quelle trasmissioni che ben si sapeva avrebbero creato problemi.
Se certamente gli Editori danneggiati devono ricevere soddisfazione, ben si potrebbe farlo scontando le somme dai canoni concessori che le stesse emittenti devono allo Stato.
In questo modo non ci sarebbe alcun esborso dello Stato e si eviterebbe che qualche editore senza scrupoli incassi le somme dallo Stato e magari metta in liquidazione l’azienda, rivendendo la frequenza ad altri editori e magari spedendo in cassa integrazione le maestranze.
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