Parigi ancora sotto choc per il secondo attacco terroristico in un anno. Il bilancio delle vittime è terribile, 126 persone massacrate senza pietà a colpi di kalashnikov e bombe e 200 feriti di cui almeno 80 in condizioni molto gravi.
La notte di terrore è stata scatenata da almeno 8 terroristi che sono partiti dal X arondissement per poi muovere verso il centro.
Alcuni si sono fatti esplodere tra la gente che affollava lo Stade de France dove era in corso la partita amichevole tra Francia e Germania e dove era presente Francoi Hollande mentre altri assalivano il ristorante Belle Equipe seminando morte e distruzione prima di entrare nella sala da concerti Bataclan dove era in corso un’esibizione di un gruppo rock americano.
Qui si è consumata la strage più numerosa. I terroristi hanno intrappolato oltre 100 ostaggi e poi hanno iniziato a massacrarli uno ad uno tra lo sgomento e le urla di terrore dei presenti.
Poco dopo un blitz dei reparti speciali francesi ha ucciso i terroristi e liberato una quarantina di ostaggi ma il bilancio della strage potrebbe superare i 60 morti solo nella sala.
La risposta delle forze dell’ordine è stata rapida ed incisiva e in poche ore oltre 3mila tra soldati e poliziotti armati sino ai denti sono stati dispiegati a controllare i principali snodi della città. Gli attentati di pochi mesi fa hanno insegnato molto ma non hanno potuto evitare la strage che solo per un caso è stata minore rispetto alle potenzialità. Basti pensare alla partita di pallone e gli oltre 40mila tifosi presenti.
I terroristi non sono riusciti ad entrare nello stadio e si sono fatti esplodere all’esterno provocando solo 3 morti e diversi feriti. Se fossero riusciti a penetrare all’interno sarebbe stata una carneficina senza precedenti.
L’Isis intanto festeggia l’attentato e se ne atribuisce la paternità definendolo “l’11 settembre francese” e lanciando un hastag su Twitter “Parigi in fiamme”.
La reazione internazionale non dovrebbe farsi attendere visto che Hollande ha dichiarato lo stato di emergenza e ha chiuso le frontiere. I reparti di pronto intervento e l’aviazione stanno già preparando truppe e mezzi mentre il presidente dialoga telefonicamente con Barak Obama che oltre a dirsi addolorato per le vittime e vicino alla Francia, ha offerto il proprio sostegno ad una “reazione”.
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