Roma – L’Italia è il paese col maggior numero di morti premature dovute all’inquinamento atmosferico e, in minor misura, ambientale.
Nel giorno in cui più di 150 leader mondiali si radunano a Parigi in occasione della seconda giornata della ventunesima conferenza mondiale sul clima (COP21, ndr), l’Agenzia europea per l’Ambiente avverte l’Italia di un primato tutt’altro che positivo.
A fronte di un dato europeo che annovera più di 490mila casi all’anno di morti premature dovute all’inquinamento, l’Italia si ritrova infatti al primo posto di questa nefasta graduatoria, poco sopra l’Ungheria e alcuni paesi balcanici, con un numero stimato di 84mila decessi.
Secondo l’UE, i decessi prematuri, in Italia come in tutta Europa, sono da imputare principalmente alle micropolveri sottili, rilasciate soprattutto dagli carichi delle automobili, al biossido di azoto, sostanza che tende a fermarsi all’altezza del suolo e che spesso viene rilasciata dagli scarichi delle vetture a gasolio, meglio conosciute come “diesel”, e all’ozono.
Quasi tutte le grandi città d’Italia, con particolare attenzione per le città metropolitane come, ad esempio, Milano, Torino e Roma, hanno a che fare con questo dato, partecipando attivamente al rilascio di sostanze nocive e cancerogene nell’atmosfera.
Resta da chiarire se il dato sia aumentato o abbia avuto poi una tendenza decrescente, dal momento che i dati diffusi dall’Agenzia UE si riferiscono a stime dell’anno 2012.