Genova – Tentata di far avere un sostituto dell’eroina alla moglie reclusa nel carcere di Pontedecimo. Un cittadino ecuadoriano è stato scoperto dalla polizia penitenziaria mentre cercava di consegnare alla donna, detenuta per una rapina, alcune pillole di Subutex, che viene usato per alleviare le crisi d’astinenza delle persone dipendenti da eroina.
Gli agenti hanno notato alcuni movimenti sospetti e sono intervenuti sequestrando il farmaco e fermando il marito.
A confermare la notizia il sindacato della polizia penitenziaria, Sappe che denuncia l’alto livello di rischio presente durante i colloqui tra detenuti e familiari a causa della scarsità di personale presente e disponibile e l’assoluta assenza di controlli con cani anti droga, tra i visitatori del carcere.
Secondo il Sappe, infatti, il numero ridotto di agenti, sempre in numero carente rispetto alle reali esigenze, e l’assenza di un’unità cinofila anti-droga, consentono il passaggio della droga da fuori a dentro il carcere.
“E’ notorio e lo abbiamo ampiamente documentato e denunciato – spiega il Sappe – che la Polizia Penitenziaria non ha a disposizione validi strumenti di repressione al traffico delle sostanze stupefacenti che dai colloqui si cerca di far entrare negli istituti penitenziari questa ennesima operazione antidroga mette in risalto la scaltrezza del personale di servizio. Ciò che non ci spieghiamo è l’ostilità della nostra Amministrazione ad istituire in Liguria il reparto cinofilo utile ed unico stratagemma a disposizione per fronteggiare il traffico di droga diretto all’interno degli istituti liguri. Sembrava tutto pronto per l’istituzione del reparto regionale antidroga della Polizia Penitenziaria nella Scuola di Cairo Montenotte ma poi la solita burocrazia ne sta impedendo l’apertura”.