Latte gettato perchè pagato troppo poco
Latte gettato perchè pagato troppo poco

Genova – Corre sui social la “rivolta” dei Consumatori alla decisione del colosso del latte Lactalis, proprietaria del marchio Parmalat e Latte Oro, di non acquistare più il latte dagli allevatori della Liguria perchè rifiutano di vendere il loro prodotto a 25 centesimi al litro, meno di quanto costi produrlo.
Ufficialmente si tratta di un contratto “scaduto” e che va rinnovato ma la condizione per proseguire nel rapporto e per continuare a veder ritirato il latte è quella di accettare i nuovi prezzi.
I Consumatori stanno diffondendo la notizia della protesta degli allevatori e invitano a boicottare i prodotti anche perchè, se il latte non proviene dalla Liguria, certamente deve essere importato da molto lontano e non può avere le stesse caratteristiche di qualità che avrebbe se provenisse “a chilometro zero”.
I dubbi si concentrano soprattutto sulla possibilità che il colosso francese acquisti latte nell’Est Europa dove i costi di produzione sono più bassi ma anche dove le garanzie sono inevitabilmente più basse per via di regolamenti e leggi meno “severe” su alimentazione degli animali e provenienza dei mangimi.
I produttori hanno deciso di aprire una vertenza contro Lactalis e i suoi marchi Parmalat e Centrale del Latte (Latte Oro) e preferiscono gettare il latte nelle concimaie piuttosto che accettare condizioni capestro che ucciderebbero comunque il settore.
Il latte viene rivenduto con un ricarico di oltre un euro al litro e l’intera filiera della produzione è in rivolta perchè l’azienda non accetta di ripartire più equamente l’incasso delle vendite.
Al fianco degli allevatori scendono in piazza i rappresentanti dei Comuni e della Regione Liguria ma soprattutto i consumatori finali, le famiglie che acquistano e consumano il latte.
Su Facebook e sui social si diffondono le notizie della protesta e si invita all’acquisto del latte crudo che è ormai disponibile in tutti i mercati rionali e in molte zone commerciali e che garantisce un ricavo maggiore ai produttori e, soprattutto, maggiori garanzie di qualità e sicurezza del prodotto sotto il profilo alimentare.
Alcuni siti come Milk map forniscono informazioni sulla rete di distribuzione del latte crudo.

“Se il latte genovese finisce nel letame, nel vero senso del termine, è grazie alle assurde politiche europee che hanno permesso l’ingresso in Italia di imponenti quantitativi di latte dall’estero a costi molto bassi, innescando una concorrenza sleale che sottopone oggi i nostri produttori a ricatti economici e porta alla distruzione del settore. Con prezzi al litro che raggiungono addirittura i 10 centesimi, cioè neppure la metà del costo di produzione, i nostri produttori non possono andare avanti. È necessario rendere al più presto obbligatoria la tracciabilità delle materie prime utilizzate per i prodotti lattiero-caseari: sarebbe un primo passo, ma la soluzione potrebbe venire da una completa riprogettazione del sistema. Se non sarà invertita l’attuale tendenza, i nostri allevatori saranno destinati ad abbandonare le attività con conseguenze disastrose, oltre che sul piano economico-occupazionale, anche di abbandono del territorio”. Lo dichiara l’assessore regionale all’Agricoltura Stefano Mai, intervenendo in merito al mancato rinnovo del contratto da parte di Parmalat per l’acquisto del latte dei produttori della Cooperativa Val Polcevera.
“In questi giorni ho seguito le alterne vicende sull’accordo commerciale con Parmalat – spiega l’assessore Mai – su cui era parso anche potesse aprirsi uno spiraglio, ma che poi non si è concretizzato. In scadenza di contratto, l’azienda ha infatti deciso di non prorogare l’accordo precedente con la Cooperativa, offrendo una cifra a litro, 25 centesimi, decisamente inferiore rispetto al costo di produzione che si aggira sui 36 a cui se ne devono aggiungere 9 per le spese di trasporto. I produttori soci della Cooperativa Val Polcevera si trovano quindi costretti a gettare letteralmente via il latte delle proprie mucche con un danno incalcolabile per aziende locali e per l’intero indotto. Come Regione Liguria – ha proseguito l’assessore Mai – sosterremo i produttori delle vallate genovesi nella difficile situazione che si somma a una già grave crisi causata dalla concorrenza di produttori di altri Paesi comunitari, ma nel contempo vorrei invitare tutti i genovesi e i liguri in generale a fare un piccolo gesto per contribuire a sostenere le eccellenze delle nostre produzioni lattiero-casearie recandosi nel distributore di latte crudo più vicino per acquistarlo dai produttori del nostro territorio”.

Oltre che presso le aziende zootecniche della Valle Stura, Scriva, Aveto e Polcevera, l’assessore Mai ricorda che a Genova il latte dei produttori genovesi è acquistabile nei distributori-erogatori di latte crudo, che si trovano a Bolzaneto nel circolo di acquisto solidale, nei mercati comunali coperti di Terralba, Romagnosi, del Carmine e in via Varenna a Pegli, a Campo Ligure in via don Minzoni, a Casella in via Aldo Moro, a Busalla in piazza Macciò, a Rossoglione in via Roma, a Masone in via Vittorio Veneto, a Campomorone in via Martiri della Libertà.

1 commento

  1. Mi domando Perchà© la stampa nazionale e i telegiornali non parlano del problema e dei suoi sviluppi.

  2. Ma quando smetteremo di subire?
    La nostra non è pi๠una democrazia……….

  3. Difendiamo il lavoro di 60 autisti genovesi che ogni giorno distribuiscono LATTE ORO E PARMALAT a Genova e provincia!! BOICOTTARE LATTE ORO E PARMALAT SIGNIFICA MANDARE A CASA QUESTA GENTE CHE HA FAMIGLIA!!!!!

  4. Le macchine x la distribuzione sono care e sono poche, chi le compra e le gestisce?

  5. La questione come tutte non è affatto semplice, esistono i distributori latte nei mercati comunali di Genova ma anni fa mi ero informato: costava moltissimo la macchina! Adesso sono pochissimi…

  6. Buonasera; mia moglie ha un bar a Genova in Valbisagno e ci stavamo chiedendo come funzionano i distributori di latte crudo. Mi spiego meglio: avremmo dello spazio sia al coperto che fuori e, visto il numero esiguo di apparecchi presenti in città , saremmo ben lieti di ospitare un distributore presso di noi per fornire un servizio alla zona cittadina in questione e aiutare, se puಠservire, i nostri conterranei ad affrontare una situazione oramai sempre piu paradossale. Se qualcuno sapesse chi potremmo contattare x ottenere delucidazioni in merito, puಠtranquillamente contattarci alla mail seguente: creuzadeseppia@gmail.com.
    Va da se che se possibile, la cosa sarebbe da noi fatta in maniera completamente gratuita senza scopo di lucro alcuno.
    Grazie.

    Mauro Delucchi cell. 3472558445

  7. Nessun distributore zona fiumara…non sarebbe male averne uno anche li’..sarebbe bene aumentare il numero dei distributori..personalmente provero’ad accquistare da loro

  8. Ciao devo dire che anche io volevo mostrare solidarieta ai lavoratori della centrale del latte di Genova poi ho dovuto rinunciare a causa del prezzo competitivo che per me che devo fare i conti con un solo stipendio e’ davvero importante…. certamente ora con questa nuova vergogna da parte della Parmalat cercherಠuna alternativa possibile….

  9. Dal momento in cui la centrale del latte di genova ha chiuso non ho pi๠comprato latte Oro, ma Tigullio e conduco una mia lotta personale contro la Lactalis. Mi ha stupito la mancanza totale di solidarietà  verso i lavoratori da parte dei genovesi; mi sarei aspettata che nessuno comprasse pi๠i marchi oro, per far capire che un simile comportamento da parte di una azienda ha delle conseguenze. Niente….che schifo.

  10. andiamo a comprarlo dagli allevatori e poi ce lo bolliamo in casa… che del latte in polvere dalla Romania non ne vogliamo nemmeno sentir parlare..