Genova – Sta lentamente rientrando alla normalità l’emergenza petrolio nel torrente Polcevera dopo l’intervento dei vigili del fuoco che da più di 24 ore lavorano senza sosta per cercare di arginare la marea nera che minaccia di arrivare al mare.
Più difficile, invece, la situazione lungo il torrente Fegino, a monte del Polcevera e dove si è verificata la rottura della condotta della Iplom. Qui i miasmi sono fortissimi e la popolazione che vive a pochi metri dal corso d’acqua minaccia clamorose proteste se non ci saranno interventi di bonifica immediati.
Intanto anche i magistrati sono al lavoro e l’ipotesi di accusa è di disastro ambientale colposo, con pene che possono arrivare a dieci anni di reclusione.
Si indaga sulle cause del disastro che ha provocato lo sversamento di decine di metri cubi di petrolio nel rio Fegino prima e nel Polcevera poi ma anche su possibili ritardi negli interventi di emergenza secondo quanto denunciato da alcuni residenti nella zona di Fegino.
Oggi il “caso” dello sversamento approderà in consiglio regionale e in Comune e sono attesi presidi di protesta dei cittadini per chiedere rassicurazioni sugli interventi da effettuare e sulle richieste danni che, secondo i comitati dei cittadini, dovrebbero essere avviate contro i proprietari della condotta.