Genova – Recarsi in visita al parente defunto e trovare la tomba vuota o addirittura affidata ad un nuovo “inquilino”.
Succede anche questo nella jungla del cimitero di Staglieno dove le concessioni ultra-decennali di alcune tombe sono scadute e nessuno si è premurato di cercare i parenti ancora in vita.
Può capitare così che un parente che ormai vive in un’altra città e che da tempo non tornava nel capoluogo ligure possa scoprire solo andando al cimitero che il proprio congiunto è stato esumato e gettato in una fossa comune senza che ne sia stata data alcuna comunicazione scritta.
L’unica “informazione” fornita dal Comune di Genova, infatti, è un cartellino attaccato alla tomba ormai scaduta che avvisa che è possibile rinnovare la concessione recandosi agli uffici di corso Torino.
Circostanze quantomeno curiose considerato che, se c’è da cercare chi deve pagare una multa, vengono inviati messi notificatori e si studia ogni tipo di “trovata” pur di poter dimostrare di aver avvisato il debitore. Ci si aspetterebbe analogo trattamento per un familiare di una persona defunta ma non è così.
Il margine di tempo tra la scadenza della tomba e l’esumazione della persona sepolta è piuttosto ampio, anche nell’ordine di qualche anno, ma risulta evidente che persone che abitano lontano o che sono addirittura espatriate non si recano in visita costante presso il cimitero.
Ci si aspetterebbe che il Comune mandi a casa dei parenti, almeno quelli ancora in vita e più diretti, una comunicazione ed invece viene semplicemente affisso un cartellino sulla tomba.
Chi non si presenta negli uffici viene dato per “disinteressato alla questione” e la tomba può essere riaffidata ad una nuova concessione.
Per i poveri resti restano due alternative: nel caso la salma sia “indecomposta” si procede all’inumazione in un campo “transitorio” senza particolari fronzoli (solo un mucchietto di terra ed un numero identificativo) e la possibilità dei parenti di ritrovare il proprio congiunto. Ma, nel caso in cui, invece, la salma sia ormai ridotta ai minimi termini, il destino finale è un ossario comune senza alcuna possibilità di poter tornare in possesso dei poveri resti.
Inutile protestare presso gli uffici competenti: la comunicazione scritta e lasciata solo sulla tomba appare l’unico modo possibile di entrare in contatto con i parenti dei defunti secondo il Comune di Genova e a nulla vale ricordare che, con computer e informatizzazione dei dati anagrafici, è possibile risalire in pochi secondi ai parenti del defunto. Tanto che, nel caso si decida per una cremazione della salma, è possibile accertare chi siano i familiari che hanno diritto e possibilità di farne richiesta. Misteri della burocrazia.
E non può nemmeno essere invocata la fantomatica “carenza di fondi” considerando che un loculo al cimitero di Staglieno costa ai parenti, per la sola concessione, circa 1900 euro per 10 anni, 3600 euro per 20 anni e ben 6.600 per 40 anni.