Un vero e proprio “terremoto” politico quello avvenuto a Voltri dove il fronte del No ha letteralmente sbaragliato quello del Sì evidenziando uno strappo profondo tra cittadini e partiti politici della maggioranza ed in particolare con il Partito Democratico che, nel quartiere, ha sempre raccolto percentuali “bulgare”.
Dopo lo scrutinio dei voti, infatti, emerge che il 56,39% dei votanti ha espresso il proprio No alla riforma costituzionale del Governo Renzi e, come sostengono molti analisti politici, un No che più che essere una reale opinione sulla riforma è stato un No al Governo Renzi ed alle decisioni prese (o non prese) durante i mille giorni del suo mandato.
I votanti che invece hanno espresso un voto favorevole alla riforma – e verosimilmente all’operato di Renzi – sono stati appena il 46,61%.
Un segnale molto forte che ha sostanzialmente confermato quello espresso in tutti i quartieri “operai” della città di Genova, ormai ex roccaforti della sinistra del Partito Democratico.
Un risultato che occorre analizzare in fretta sia da parte del fronte vincitore del referendum ma anche e soprattutto da parte di quella sinistra che evidentemente ha perso il contatto con la “base” e ha forse dimenticato le reali esigenze degli elettori che, più che di una riforma costituzionale “pasticciata” avrebbero bisogno di concrete politiche per il lavoro, la famiglia e la salute.
e alle prossime elezioni comunali, salterà anche la poltrona di Fidel Castro