Genova – “Le istituzioni locali sono unite in questa battaglia. Oggi scriveremo a Palazzo Chigi per chiedere un incontro urgente: vogliamo conoscere sia la posizione del Governo sull’Accordo di programma tutt’oggi valido, sia i contenuti del piano industriale sulla siderurgia italiana, sulle quote di produzione, sui mercati e sul futuro del comparto”. A dirlo è stato Giovanni Toti, governatore della Regione Liguria, il quale ha preso la parola in merito al corteo di protesta tenutosi quest’oggi da parte degli operai dell’ILVA di Cornigliano.
“Vogliamo conoscere nel dettaglio cosa intendono fare di uno stabilimento come quello di Cornigliano su cui sono stati investiti nel passato molti soldi e che ancora oggi non ha trovato l’equilibrio” – ha proseguito Toti – “Fino ad oggi le istituzioni locali non sono state chiamate dal governo ad essere parte di questa trattativa. Una trattativa che ritengo, invece, debba vederle coinvolte, anche perché sono firmatarie di quell’Accordo di Programma, che, sottoscritto nel 2005 dall’allora Presidente del consiglio e dai ministri competenti, è tutt’oggi valido: non si può parlare della sorte di Ilva né si può parlare della sorte dello stabilimento di Cornigliano, che di Ilva è una delle parti più produttive e più moderne, senza partire dal quell’Accordo firmato a Palazzo Chigi nel 2005″.
“Ancora oggi esiste una società, che è la Società per Cornigliano, che sta investendo denaro proprio in funzione di quell’accordo” – ha ancora proseguito il Presidente regionale – e stiamo parlando di soldi pubblici, di obblighi privati, di impegni presi dalle organizzazioni sindacali e dalle istituzioni. Bisogna mettere sul tavolo quell’Accordo e prendere atto degli obblighi che ciascuno ha assunto all’epoca per discutere del futuro dell’azienda”.
“Noi vogliamo un futuro per lo stabilimento di Cornigliano perché riteniamo che la siderurgia sia strategica per il nostro paese come potenza industriale – ha infine concluso lo stesso Toti – Vediamo quali atteggiamenti hanno altri paesi nei confronti dell’espansione di imprese italiane sul loro territorio nazionale: io credo che, in questo caso, ci sia non solo motivo di orgoglio nazionale nel salvare un’azienda importante come Ilva, ma ci siano motivi profondi di strategicità del settore della siderurgia a sostegno dell’intero comparto industriale italiano”.