Polizia

Albenga – È stato arrestato il giorno di Pasqua anche l’ultimo membro della banda sgominata dai Carabinieri della Compagnia di Albenga nell’ambito dell’Operazione denominata “Tender Meat”. Ieri gli agenti della Polaria, (Polizia di frontiera dell’Aeroporto “Colombo” di Genova, ndr) hanno arrestato H.E., 33enne di origine albanese e pluripregiudicato, sul quale pendeva ancora un ordine di custodia cautelare in carcere firmato dal Gip di Savona. L’uomo, domiciliato ad Imperia, specializzatosi in ambito criminale nel ripulire denaro proveniente da attività illecite, è ritenuto essere uno dei fornitori di droga della coppia che nell’alassino gestiva una macelleria, ma che non disdegnava di occuparsi anche dello smercio di stupefacenti. L’albanese è stato fermato ieri appena sceso dall’aereo con il quale aveva raggiunto Genova. Tra le accuse contestategli vi sono lo spaccio di droga ed il riciclaggio: secondo quanto accertato dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Albenga, grazie all’incrocio di risultanze investigative emerse da due distinte indagini antidroga, l’albanese avrebbe investito i proventi dell’attività di spaccio nell’acquisto di automobili che poi venivano esportate e vendute in Albania. L’operazione “Tender Meat” era stata portata a termine nel maggio scorso dai militari dell’Arma di Albenga, coordinati dal Pubblico Ministero Chiara Venturi, con l’esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare in carcere eseguite nei confronti degli indagati (E.D. albanese 28enne, D.N.V.M. commessa 25enne laiuguegliese).

L’indagine si era sviluppata attraverso l’individuazione di alcuni acquirenti e spacciatori al dettaglio, per risalire successivamente ai fornitori ed al loro covo, un garage di Laigueglia nella disponibilità della commessa dove veniva stoccata la droga. La costante attività di monitoraggio aveva consentito di ricostruire le abitudini della coppia di spacciatori soci in affari. Si era scoperto appunto che gli stessi erano entrambi dipendenti presso il banco macelleria di un noto supermercato di Laigueglia (SV) e che utilizzando un linguaggio in codice per indicare i tagli delle cessioni di droga da effettuare, facevano riferimento ai pezzi di carne venduta: la bistecca “fiorentina”, la costina ed il filetto andavano pertanto a sostituire le diverse grammature di cocaina (20, 10, 5 e così via). Con il termine “fattura” si indicava il saldo del debito contratto dal cliente. Cocaina pura che tagliata assicurava ai due fornitori, lui di Alassio, lei di Laigueglia, introiti per un giro d’affari stimato in circa 50.000 euro settimanali. La mappatura dei traffici illeciti annoverava a sé la zona di Andora, Laigueglia, Loano e Finale Ligure, ma soprattutto l’entourage degli acquirenti di Alassio ed Albenga: dunque una rete d’affari molto estesa. Rete già smantellata in una precedente indagine antidroga dei militari del Nucleo Operativo ingauno che aveva portato in manette tutti i dettaglianti di zona.

Nell’indagine “Tender Meat” erano già stati sequestrati circa 10mila euro ritenuto provento di spaccio, quasi 4 etti di cocaina, un etto di marijuana e un’autovettura BMW 530, di proprietà del socio albanese, utilizzata come “vettore di spaccio”.