Genova – Il serial killer Donato Bilancia, 69 anni, è morto per covid nel carcere di Padova dove stava scontando 13 ergastoli per 17 omicidi e 16 anni per tentato omicidio.
Tra il 1997 e il 1998 Bilancia ha seminato morte e terrore tra Liguria e Piemonte in una serie di delitti mai chiariti sino in fondo e che, ancora oggi, presentano moltissimi lati oscuri.
Venne arrestato nel 1998, a tradirlo fu l’auto usata per alcuni suoi spostamenti. Era nato a Potenza nel 1951.
Cresciuto a Genova, nel quartiere di San Fruttuoso, Bilancia inizia giovanissimo a prendere una “brutta strada” commettendo piccoli reati e poi rapine sempre più violente.
Nel giro del gioco d’azzardo – uno degli ambienti che, secondo gli inquirenti, potrebbero aver avuto un collegamento con gli omicidi, era conosciuto con il soprannome di “Walterino”.
Nel 1987 la tragica morte del fratello, suicida sui binari del treno vicino alla stazione di Pegli, con in braccio io figlioletto di 4 anni, scava un solco profondo nella mente di Donato Bilancia che pochi anni dopo si trasforma in uno dei più efferati serial killer del dopoguerra.
Il 16 ottobre 1997 uccide Giorgio Centanaro, anche lui nel giro del gioco d’azzardo ma solo anni dopo l’arresto per altri omicidi Bilancia si auto denuncia come responsabile della morte dell’uomo.
Il 24 ottobre dello stesso anno Bilancia uccide Marizio Parenti, anche lui coinvolto nel giro del gioco d’azzardo e la moglie Carla Scotto. Ufficialmente il movente è il furto di una somma di denaro ma il sospetto, mai verificato, è che si tratti di ben altro.
Pochi giorni dopo, il 27 ottobre 1997 uccide Bruno Solari e Maria Luigia Pitto, titolari di un’oreficeria. Anche in questo caso il movente sarebbe una rapina.
Il 13 novembre uccide Luciano Marro a Ventimiglia e ruba ben 45 milioni di lire.
Nel gennaio 1998 uccide nuovamente a Genova un metronotte, Giangiorgio Canu, un metronotte, sempre ufficialmente per un atto dimostrativo nei confronti delle forze dell’ordine.
Il 20 marzo uccide di nuovo nella cittadina di confine Ventimiglia il cambia valute Enzo Gorni.
Improvvisamente Bilancia inizia a uccidere le prostitute e nel marzo 1998 a Varazze spara e uccide Stela Truya, una donna albanese con cui si era appartato.
Qualche giorno pìù tardi, il 18 marzo, uccide a Pietra Ligure Liudmila Zubskova raggiunta da un proiettile sparato a bruciapelo alla testa.
Il 24 marzo Bilancia è appartato con una transessuale a Novi Ligure quando la donna, capendo le intenzioni del serial killer cerca di fuggire ma viene colpita da un proiettile alla pancia e creduta morta.
Nella fuga Bilancia incrocia due metronotte e li uccide con quello che sembra un colpo di grazia alla testa.
Il 29 marzo Bilancia è a Cogoleto e uccide un’altra prostituta, Tessy Adodo di nazionalità nigeriana.
Ma è quando Bilancia inizia ad uccidere sui treni che davvero si scatena una gigantesca caccia all’uomo e il 12 aprile, spara a Elisabetta Zoppetti, uccidendola, a bordo di un Intercity.
Il 14 aprile sempre su un treno, il serial killer uccide Kristina Valla mentre il 18 aprile sul treno in viaggio sulla tratta Genova-Ventimiglia, uccide brutalmente Maria Angela Rubino.
Ormai braccato dalle forze dell’ordine, Bilancia uccide un’ultima volta il 20 aprile 1998 nell’area di servizio Conioli Sud sull’autostrada A10 Genova-Ventimiglia.
Rapina e uccide il benzinaio Giuseppe Mileto nella zona di Arma di Taggia, nell’imperiese, dopo che questi si era rifiutato di fargli il pieno di benzina gratis.
Ad inchiodare Bilancia alle sue responsabilità è un errore davvero banale: per non pagare il pedaggio autostradale, il serial killer si accodava alle auto in uscita ai caselli e passava prima che la sbarra si abbassasse.
La targa della sua auto, fotografata ripetutamente, fornisce agli inquirenti le prove che si trovava sempre nelle zone dove avvenivano i delitti.
Arrestato confesserà diversi omicidi a più riprese.