Chiavari – Senza nuove prove dai test del DNA le indagini sul caso dell’omicidio di Nada Cella nel maggio del 1996 si fermeranno di nuovo e l’attuale indagata tornerà libera come la prima volta.
E’ palpabile la tensione negli uffici che indagano sull’omicidio della ragazza trovata barbaramente uccisa nell’ufficio del commercialista Marco Soracco, in via Marsala, a Chiavari. Il prolungamento dei termini per gli esami tecnico-scientifici non è un buon segno e se non verranno nuovi elementi dai test sui campioni di DNA trovati nell’ufficio, su un bottone insanguinato e sullo scooter che l’indagata possedeva all’epoca del delitto e che una testimone anonima sostenne essere “sporco”, si rischia concretamente una nuova archiviazione che potrebbe mettere fine alla ricerca di Giustizia per la ragazza uccisa.
Nada Cella venne uccisa il 6 maggio 1996 mentre lavorava come segretaria nell’ufficio del commercialista Soracco, escluso dalle indagini perché lontano dal luogo del delitto nelle ore in cui venne commesso.
La ragazza di 24 anni venne massacrata con un corpo contundente mai ritrovato e le indagini che si concentrarono per alcuni giorni sull’attuale indagata, si fermarono per assenza di prove.
Il caso venne chiuso e per i familiari di Nada Cella non ci fu Giustizia.
La riapertura del “cold case” alcuni mesi fa, sembrava aver preso una strada spianata, con la scoperta di prove non considerate dalle prime indagini e “rivelazioni” di una super testimone rimasta anonima che telefonò a più persone fornendo elementi molto preziosi.
Ma la persona che fece le telefonate non è stata identificata e forse è deceduta e gli unici “appigli” per un nuovo processo potrebbero arrivare solo dai nuovi test del DNA sui campioni ritrovati.
A fine marzo si conosceranno i risultati sui test ma è chiaro che, in assenza di conferme sui sospetti, il caso verrebbe quasi certamente chiuso e il caso di Nada Cella finirebbe quasi certamente nell’armadio dei “casi irrisolti”.