Genova – L’Ospedale San Martino, il più grande ospedale della Liguria sospende tutti gli interventi chirurgici per tre mesi, garantendo quelli salva vita e oncologici.
La notizia si è diffusa questa mattina, durante il consiglio regionale della Liguria ed è stata confermata ufficialmente dalla direzione dell’ospedale.
Si tratta della prima volta nella storia dell’ospedale genovese e la decisione sembra essere collegata alla carenza di personale medico (in particolare anestesisti) e sanitario (Infermieri).
La notizia ha scatenato le proteste dell’opposizione che evidenzia come la Liguria sia in piena emergenza sanitaria.
Secondo le informazioni diffuse oggi, all’ospedale San Martino mancherebbero 230 infermieri.
“Oggi – ha dichiarato Ferruccio Sansa, capogruppo in consiglio regionale – dalla stampa cittadina abbiamo appreso che al San Martino di Genova dalla prossima settimana verranno sospesi gli interventi chirurgici programmati e le liste d’attesa saranno congelate per almeno tre mesi. Sembra un’assurdità, ma succede davvero, e nel principale ospedale della Liguria. La misura dell’ospedale si è resa necessaria per dare priorità agli interventi oncologici visto che manca il personale sanitario, soprattutto gli infermieri. Al San Martino, spiegano i dirigenti dell’ospedale, si aspettano anche 50 giorni per operare una persona malata di tumore, quasi due mesi, un’attesa che può fare la differenza tra guarire e non guarire. Tutto perché mancano anestesisti, tecnici di laboratorio e radiologia, ma soprattutto, nel solo San Martino, almeno 230 infermieri”.
Il Policlinico Ospedale San Martino precisa che tutti gli interventi d’emergenza continueranno ad essere svolti, ma saranno quegli interventi programmati come ernia, varici o altre situazioni non urgenti ad essere sospesi. “Questa situazione era nota da tempo in ospedale e anche a chi amministra la Regione – attacca Sansa -. Ma nonostante ciò Toti è riuscito a indire un concorso per infermieri con due anni di ritardo, e a fine agosto non sono ancora state pubblicate le graduatorie”. “Questa difficoltà da parte del San Martino – aggiunge Sansa – favorirà ancora una volta la sanità privata, alla quale, chi potrà, si rivolgerà per effettuare quelle operazioni oggi sospese dal principale ospedale della Liguria”.
“I cittadini liguri ormai hanno capito in cosa consiste il ‘modello Liguria’ di Toti per la Sanità nella nostra regione – conclude il consigliere regionale – per questo invitiamo tutte le persone stanche di questa gestione della Sanità, ad unirsi a noi nella grande manifestazione, apartitica, che stiamo organizzando a Genova per i primi di ottobre”.
“Quanto successo al San Martino – spiega Valentina Ghio segretaria del Partito Democratico in Liguria e candidata alla Camera nel collegio plurinominale – il principale ospedale della Liguria – dove sono stati sospesi per tre mesi gli interventi programmati per mancanza di infermieri è un fatto gravissimo che evidenzia come la destra non ha avuto in tutti questi anni, e non h ancora, una strategia per tutelare la sanità pubblica e renderla in grado di rispondere ai reali bisogni dei liguri”,
“Il metodo della destra di smaltire le liste d’attesa dirottando soldi e persone sul privato ha dimostrato tutta la sua debolezza e inefficacia, rivelandosi solo un sistema che sta portando al collasso e allo smantellamento della Sanità ligure. E quanto accaduto al San Martino ne è la prova”.
“Come Partito Democratico riteniamo invece che sia indispensabile tornare a mettere al centro la Sanità pubblica, bene fondamentale per garantire la giusta qualità della vita a tutti i cittadini. A partire da un intervento straordinario per l’incremento del personale sanitario e dei medici di medicina generale, di cui c’è grandissima carenza. Bisogna rafforzare l’offerta sanitaria pubblica garantendo assistenza sul territorio attraverso l’incremento delle case e degli ospedali di comunità, fino alla realizzazione di un Piano sanitario straordinario per la Salute mentale, per promuovere strumenti di inclusione e garantire servizi più efficienti e in grado di far fronte ai bisogni di tutte le persone”, conclude Ghio.
Alle accuse lanciate dall’opposizione ha replicato in serata il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti
“Nessun blocco degli interventi chirurgici nell’area metropolitana genovese, bensì una riprogrammazione che renda più efficienti le strutture ospedaliere della città e riduca i tempi di attesa”. E’ la replica del presidente della Regione Liguria con delega alla Sanità sul “caso” dello stop degli interventi chirurgici programmati all’ospedale San Martino di Genova che ha sollevato feroci polemiche da parte dei partiti di opposizione.
“In un’ottica di sempre maggiore sinergia e collaborazione fra le strutture dell’ospedale policlinico San Martino e i presidi ospedalieri di Asl3 e gli altri presidi della città – ha spiegato Toti – le operazioni chirurgiche di alta, media e bassa intensità sono oggetto già in queste ore di una nuova programmazione, al fine di rendere più efficienti le strutture operatorie dei singoli nosocomi”.
“Per far fronte alla ormai endemica carenza di personale nel sistema sanitario – spiega ancora Toti – a livello nazionale e al fine di ridurre le liste di attesa, che risentono ovviamente degli effetti della pandemia, ma anche per ottimizzare le risorse umane, professionali e logistiche si sta infatti procedendo ad ampliare sempre di più quella politica di collaborazione e sinergia già in atto da molti mesi tra le aziende, come ad esempio quella tra Galliera e Asl 4 per Ortopedia, tra Galliera e Asl1 per Urologia, tra San Martino e Asl3 per Ginecologia, tra Asl2, Università e San Martino per Anestesia e Rianimazione”.
“Stupisce ancora una volta – aggiunge il presidente – che lo sforzo di rendere maggiormente produttive e più aderenti alle richieste dei cittadini le nostre strutture ospedaliere possa essere colto come notizia negativa, e stupiscono le polemiche di fronte a ogni operazione di razionalizzazione di un sistema che deve ovviamente tener conto anche della presenza del Covid, come della difficile situazione dal punto di vista del reclutamento di professionalità ma che, nonostante questo, non vuole rinunciare a dare risposte sempre più celeri e coerenti ai bisogni dei cittadini, partendo da quelli che necessitano di cure più urgenti. Per quanto riguarda il personale, è necessario infine ricordare che si stanno concludendo le procedure del concorso per gli infermieri e gli Oss: tra poche settimane, le aziende, compreso il Policlinico, potranno attingere alle graduatorie e procedere all’assunzione di 700 infermieri e 274 Oss a tempo indeterminato”.
“Regione Liguria ha stabilito un modello efficace che è quello dell’ospedale diffuso – aggiunge il direttore generale di Alisa Filippo Ansaldi – così come avvenuto per la collaborazione attivata nella chirurgia ortopedica tra il Galliera e Asl4. Anche in questo caso vengono messe a fattor comune le risorse umane, tecnologiche e logistiche per dare risposte ai bisogni di salute cittadini in una logica di rete”.
“Gli interventi non sono calati rispetto al 2019, pre-Covid: ad esempio in chirurgia toracica – spiega il direttore generale del Policlinico San Martino Salvatore Giuffrida – nei primi sei mesi del 2019 abbiamo effettuato 174 interventi a fronte dei 218 effettuati nel primo semestre del 2022. In chirurgia vascolare, gli interventi effettuati nei primi sei mesi del 2019 sono stati 556 a fronte dei 615 dei primi sei mesi di quest’anno. Dobbiamo assumere 200 infermieri e abbiamo una carenza, qui come in tutta Italia, nelle discipline di Anestesia e Medicina d’urgenza su cui a livello nazionale non vengono garantiti i professionisti di cui il sistema sanitario ha bisogno. Ritengo che il Policlinico San Martino debba concentrarsi su tutta l’alta complessità, dalla cardiochirurgia alla neuroradiologia con la gestione degli ictus, alla neurochirurgia”.
“La collaborazione tra le aziende liguri, e nello specifico quelle dell’area metropolitana genovese, rappresenta una risposta alle reali necessità della popolazione, soprattutto quella afflitta dalle patologie più gravi – precisa il direttore generale della Asl 3 Luigi Carlo Bottaro – Le difficoltà organizzative, anche temporanee, delle singole aziende devono trovare obbligatoriamente risposte nel servizio sanitario regionale, nel rispetto innanzitutto del cittadino e, contestualmente, delle singole professionalità del sistema stesso”.