Con l’inizio dell’anno inizia anche la stagione dei primi corsi per avvicinarsi all’apicoltura e per muovere i primi passi nel complesso ed appassionante mondo delle api e del miele.
Le uniche due associazioni riconosciute dalla Regione Liguria organizzano i corsi che inizieranno verso la fine di gennaio.
A Genova l’associazione AlpaMiele organizza un corso con 5 lezioni teoriche e 2 lezioni pratiche in apiario.
La prima lezione si terrà mercoldì 12 gennaio alla Sala Coop Valbisagno, in piazzale Bligny, alle ore 20. La successiva il 19 gennaio, sempre alle 20 e sempre nello stesso luogo.
Il costo del corso è di 100 euro comprensiva della quota di iscrizione all’associazione, delle pratiche di apertura del codice apistico necessario per avere le api e la gestione delle pratiche burocratiche per l’Anagrafe Apistica.
L’iscrizione ad AlpaMiele offre anche l’assistenza tecnica di esperti e la partecipazione agli incontri tecnici mensili (online e in presenza) durante i quali si affrontano le tematiche legate al periodo della stagione apistica.
Per informazioni e contatti è possibile scrivere a genovese@alpamiele.it o consultare il sito di Alpamiele (www.alpamiele.it) o chiamare il 349 8302954
Ad Imperia, l’Associazione Apicoltori delle 4 Province Liguri Apiliguria (sezione Imperia)
organizza, un corso di base per apicoltori principianti che si terrà presso il Floriseum – Museo del Fiore – Villa Ormond Sanremo – dal 16 febbraio al 15 aprile 2023
L’associazione inoltre è un luogo dove ritrovarsi, scambiare esperienze ed idee in
un ambiente sano e con persone disponibili. Il corso si articola in 7 lezioni teoriche e in 2 lezioni pratiche nell’apiario didattico dell’associazione ed è rivolto principalmente a chi si avvicina per la prima volta al mondo delle api. Durante le lezioni sarà distribuito materiale didattico. Al termine del corso, sarà rilasciato un attestato di frequenza e per chi lo richiede assistenza tecnica (solo ai partecipanti che avranno presenziato ad almeno il 80% delle ore di lezione). Per informazioni: – imperia@apiliguria.it – cel. 339 5986802
Le associazioni rinnovano l’invito a rivolgersi alle realtà consolidate facendo molta attenzione a corsi estemporanei, magari a prezzi stracciati, che lasciano i tempo che trovano e possono nascondere altri e meno nobili obiettivi piuttosto che formare nuovi apicoltori.
“Meglio diffidare da chi cerca di convincere che chiunque possa fare l’apicoltore – spiegano gli esperti – magari dedicando qualche ora del proprio tempo libero quando è possibile. Le api sono animali vivi e vanno seguite con attenzione. Chi racconta che non sono impegnative racconta solo delle fiabe per cercare di carpire la buona fede”.
Innanzitutto occorre tenere presente che l’investimento da fare è tutt’altro che economico.
Occorre acquistare il materiale per operare con le api (giubbini di protezione, attrezzi, affumicatore, guanti di protezione) che possono arrivare a costare qualche biglietto da 100 euro e poi occorre acquistare le arnie, le case delle api, che hanno un costo che va dai 90 ai 100 euro complete di melari per la raccolta del miele.
Occorre poi acquistare le “famiglie”, gli sciami d’api con regina e operaie. Il prezzo medio non scende sotto i 110-120 euro a famiglia ma più facilmente, se si cercano api di qualità, si spendono anche 150 euro a sciame e generalmente si consiglia di iniziare con minimo due famiglie ma sarebbe meglio fossero almeno tre.
E’ inoltre preferibile evitare gli “acquisti collettivi” con api che arrivano da non si sa bene dove, senza certificazioni e potenzialmente malate.
Meglio rivolgersi ad apicoltori locali, conosciuti, e che possano “mostrare” lo sciame che si acquisterà senza dover accettare una consegna “alla cieca” di materiale che non è possibile visionare e scegliere preventivamente.
Un altro problema è rappresentato dalla “postazione” dove sistemare le api almeno inizialmente.
Non tutti dispongono di terreni idonei ed arnie e api non possono essere messe proprio dappertutto. Anche questo è un particolare da tenere nella dovuta considerazione.
Il rischio è di dover pagare cifre non da poco per avere un posto in apiari cosiddetti “collettivi”.
Prima di iscriversi ad un corso è sempre consigliabile fare tutte le domande necessarie ad avere il quadro preciso della situazione per non correre il rischio di dover sborsare cifre non previste inizialmente.
“La cosa che più fa arrabbiare i professionisti veri – spiegano ancora gli esperti – è quando si promette a chi chiede informazioni per iscriversi ai corsi, che facilmente otterranno raccolti abbondanti già dal primo anno. C’è chi arriva ad azzardare produzioni di oltre 20 chili ad arnia. Sono raccolti che spesso non ottengono i professionisti e figuriamoci se si possono considerare “fattibili” per un principiante. I professionisti seri mettono in guardia e scherzando, dicono che, il primo anno, è già considerato un buon risultato se si arriva a fine stagione (a settembre ottobre) con ancora tutte le api vive e vegete. Ci sono ovviamente i casi fortunati ma non si deve illudere nessuno. L’apicoltura è un hobby impegnativo e le api non sono giocattoli”.
Occorre quindi diffidare dai “venditori di fumo” che cercano clienti da spremere più che formare nuovi apicoltori responsabili.
“Il consiglio è sempre quello di informarsi bene – spiegano ancora gli esperti- e di affidarsi a persone responsabili che non cercano di venderti qualunque cosa ad ogni incontro. Raccogliere le idee, le informazioni e poi iniziare con obiettivi concreti e raggiungibili, senza pensare di iniziare un’attività commerciale senza nemmeno sapere a cosa si va incontro”.
Un altro consiglio che viene spesso ripetuto è quello di affidarsi ad associazioni che organizzano incontri con cadenza almeno mensile, magari anche in video conferenza per chi non può spostarsi da casa, e chi assicura un numero congruo di lezioni pratiche in apiario, ovvero toccando con mano api e materiali.
Spesso infatti, ci si imbatte in corsi poco incisivi e che mancano della parte del supporto tecnico e delle lezioni pratiche.
Una volta fatto il corso, acquistate le attrezzature e le api, capita di avere la netta sensazione di essere “abbandonati”, senza supporto, a meno che non ci siano da fare altri acquisti, spendendo altro denaro.
“Capita – proseguono gli esperti – che le persone scoprano di essere terrorizzate dalle api, o di essere addirittura allergiche alle punture (che sono da mettere in conto sempre) ed infine ci sono persone che “scoprono” che il lavoro da fare in apiario è molto più impegnativo di quanto credevano (o che hanno cercato di fargli credere). Meglio scoprirlo prima di aver speso 6-700 euro di materiali ed api e dover cedere tutto al miglior offerente”.