Genova – “Nessuna differenza tra piccoli negozi di quartiere e colossi delle vendite online” è quanto teme la Camera di Commercio che lancia un appello per modificare la norma che introduce la nuova codifica europea dei codici ATECO
La nuova classificazione comunitaria delle attività economiche, che entrerà in vigore da gennaio 2025, rischia di compromettere seriamente la possibilità di monitorare nel tempo l’evoluzione del piccolo commercio e l’operatività stessa del tessuto di micro, piccole e medie imprese del paese.
Con l’intento di semplificare la classificazione, il nuovo sistema (NACE – “Nomenclature Statistique des Activités Econonomiques) elimina la possibilità di distinguere le attività commerciali al dettaglio in base al canale di vendita, lasciando in vigore soltanto la distinzione in base alla tipologia di prodotti venduti: in questo modo, negozi, ambulanti su area pubblica e attività di commercio elettronico finirebbero tutti nello stesso calderone, senza possibilità di disaggregazione a fini statistici.
“Va ricordato – sottolinea il segretario generale della Camera di Commercio Maurizio Caviglia – che i codici ATECO non sono utilizzati solo a scopo puramente statistico, ma consentono alle imprese di partecipare alle gare, accedere a finanziamenti pubblici e privati o ad altri benefici, nonché – come si è visto durante la pandemia – operare durante un lockdown. Per non parlare del fatto che, con una scelta eccessivamente semplificatrice, si perderebbero informazioni relative ad attività soggette nel nostro Paese a differenti regimi amministrativi (con i conseguenti requisiti).”
L’ISTAT finora ha risposto negativamente alle rimostranze avanzate dalle Camere di Commercio, ma dalla Liguria è partito un appello che ha carattere nazionale: le Confcommercio e Confesercenti regionali hanno mobilitato le rispettive confederazioni nazionali, mentre la Regione Liguria ha sollevato la questione presso il gruppo tecnico interregionale, che ha chiesto la discussione all’interno della Conferenza dei Presidenti delle Regioni.
La speranza è che, in sede di recepimento della nuova codifica, si riesca ancora ad intervenire sui codici di categoria e sottocategoria