Genova – Carcere a vita. E’ la richiesta, presentata oggi, dal pm Arianna Ciavattini per la condanna di Evaristo Scalco che nel novembre dello scorso anno uccise Alfredo Javier Romero Miranda colpendolo con una freccia. La richiesta è stata presentata questa mattina nell’aula del Palazzo di Giustizia dove si tiene il processo per l’artigiano 63enne che avrebbe lanciato il dardo al termine di una lite per futili motivi.
Ergastolo per aver ucciso con freddezza e per aver pensato solo ad estrarre la freccia dal corpo dell’uomo ormai agonizzante “perchè lo inchiodava alle sue responsabilità” come ha detto il pm in aula.
Quella tragica notte del 2 novembre 2022, Miranda stava festeggiando con un amico la nascita del figlio e si scontrò con Scalco che si affacciò alla finestra di casa per rimproverare i due di fare troppo trambusto per strada.
Secondo l’artigiano e la difesa, l’operaio peruviano di 41 anni, insieme all’amico, lanciò un petardo nella sua abitazione mentre secondo l’accusa e il testimone oculare, ci fu uno scambio di insulti anche a sfondo razziale e poi Scalco imbracciò l’arco e lanciò una freccia con una punta speciale, non usata per gli allenamenti e le gare, dotata di forma e caratteristiche che la rendono quasi sempre mortale. Per questo e per la frase che avrebbe pronunciato dopo (“fa male vero? Io ti avevo avvisato) non ci possono essere attenuanti secondo l’accusa e Scalco va condannato al massimo della pena, ovvero l’ergastolo.
Di parere diverso, ovviamente, la difesa che invoca le attenuanti generiche per il fatto che Scalco risulta incensurato.
A margine gli abbracci e i pianti dell’imputato con la compagna e della moglie della vittima con una parente. Tragedie senza spiegazione che non troveranno pace qualunque sia l’esito del processo.