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Ponte Morandi, i familiari delle Vittime: ora scopriamo che i Benetton sono benefattori

Ponte Morandi furgoneGenova – I parenti delle vittime del crollo del Ponte Morandi criticano duramente la decisione di premiare la Holding Edizione Spa della famiglia Benetton per le sue “scelte filantropiche” e puntano il dito contro quella che considerano una “purificazione” dopo quanto invece avvenuto con le tragedie di Genova e di Avellino.
Il Comitato in ricordo delle Vittime del Morandi, fondato dai familiari delle 43 vittime del crollo del ponte Morandi, nell’agosto del 2018 , critica duramente la scelta di attribuire alla famiglia Benetton e alla loro holding, il premio Global Advocate of the Year 2023.
Ad premiare l’UNCA, associazione corrispondenti presso l’Onu che ha affidato proprio al segretario Antonio Guterres la premiazione. Secondo UNCA la motivazione troverebbe radice negli oltre 3,5 miliardi di investimenti in sostenibilità.
“Ovviamente non possiamo esimerci da alcune riflessioni – scrive il Comitato, attraverso la sua portavoce Egle Possetti – Non si può che restare perplessi rispetto alla brevi vie di purificazione, infatti gli azionisti dopo avere letteralmente spremuto le autostrade italiane in concessione, che hanno all’attivo due tragedie come quella di Avellino e Genova, assumono ora il ruolo di filantropi premiati”.

“Siamo terribilmente perplessi – prosegue Possetti – che le vie per il ritorno a candide vesti non passino per la verità, non passino per la giustizia. Dovremmo riflettere tutti sui percorsi che portano ai riconoscimenti, a volte per ottenerli le persone calpestano quello che incontrano, in questi casi immediatamente il valore di quanto ottenuto diventa così flebile che non si percepisce più”.

“A noi – spiegano al Comitato – non basta l’impegno in progetti di sostenibilità pur apprezzabili, crediamo che la risonanza di questa notizia strida come il rumore del cemento frantumato del Ponte Morandi sotto il peso degli utili stellari. Nessun premio, nessun riconoscimento potrà cancellare quello che è stato. Sarebbe necessario molto di più, sarebbe necessario liberare definitivamente il vaso di Pandora che è stato aperto dalla tragedia del ponte Morandi, ma purtroppo questa via al momento sembra sbarrata. Il tempo verrà, noi e tante persone che hanno a cuore il bene, stiamo lavorando per ottenere quel piccolo “premio” nella nostra vita che si chiama Giustizia, che non ci darà nuovamente le nostre famiglie, ma forse potrà salvarne altre”.

Redazione Liguria
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