Genova – Dove si trova e cosa fa il Lupo catturato a Bolzaneto e rilasciato sulle alture della città? Ha suscitato grande curiosità e forti polemiche la vicenda della cattura e il successivo rilascio, sulle alture cittadine, del lupo catturato negli spazi verdi dell’ex ospedale di Bolzaneto, in val Polcevera.
L’animale era stato segnalato all’interno delle aree verdi dell’ex ospedale e subito era stato allertato il servizio di vigilanza della Regione Liguria che è intervenuto in forze per catturare l’animale. Prima è stato colpito con uno speciale proiettile con anestetico e poi inserito in una gabbia in metallo e dotato di un radiocollare che permette di seguirne gli spostamenti con grande precisione. Una dotazione decisa anche a scopo di studio, per accertare quali movimenti avrebbe fatto l’animale una volta liberato.
E nelle ore successive, prima che la cattività diventasse un problema eccessivo per l’animale nato libero, gli agenti lo hanno trasferito sulle alture della Val Polcevera e lo hanno liberato.
L’operazione è stata filmata e le immagini pubblicate per “tranquillizzare” quanti temevano che l’animale “facesse una brutta fine” ma proprio la scelta di rendere pubblico e trasparente quanto avvenuto, ha scatenato varie polemiche, soprattutto per criticare la relativa “vicinanza” del luogo scelto per liberare il lupo.
La decisione di scegliere la “trasparenza” apprezzata dai più, ha avuto per contraltare una serie di polemiche che si sviluppano prevalentemente sui social.
C’è chi si chiede perchè scegliere proprio una località tanto vicina alla città e chi addirittura arriva a dubitare del fatto che l’animale sia un lupo. Si arriva addirittura a mettere in discussione la capacità di professionisti preparati e formati, di distinguere un Lupo da un “cane lupo” e a sostenere che “la prova” sarebbe anche nel modo in cui l’animale sembra allontanarsi dalla gabbia per poi fermarsi poco lontano e quasi “tornare indietro”.
Alcuni arrivano a insinuare che l’animale liberato “non sia lo stesso catturato a Bolzaneto” e aprendo la strada ad ogni sorta di curiosa e francamente poco probabile congettura.
Discussioni roventi anche sulla presunta pericolosità dell’animale e le “responsabilità” che si assume chi ne ha deciso il rilascio in ambiente evidentemente poco lontano dalla città. A chi ricorda che il lupo non attacca l’uomo e che ne ha paura, gli scettici rispondono che proprio la scena della liberazione “dimostra” che il lupo è pericoloso poiché l’agente che apre la gabbia lo fa in piedi sulla gabbia e non a fianco e poco importa se il meccanismo della gabbia “a ghigliottina” prevede necessariamente quella posizione, sia che all’interno vi sia un gatto, una volpe o una tigre inferocita.
La maggior parte dei commentatori social plaude alla decisione di mostrare l’operazione di rilascio che evidenzia la volontà di tenere informati i Cittadini sulle scelte e sulle operazioni fatte. Diversamente, probabilmente, le congetture e i “sospetti” si sarebbero moltiplicati ancora di più. Inoltre si può ragionevolmente supporre che il personale addetto a tali operazioni sia adeguatamente formato e professionalmente in grado di affrontare i compiti ai quali è preposto.
Nasce, però, ora, la necessità di mantenere questo contatto importante, diffondendo altre e più precise informazioni come i suoi spostamenti e le sue condizioni di salute.
Difficilmente, infatti, l’animale catturato faceva parte di un branco ed è più probabile che si tratti di un giovane “in dispersione” ovvero che abbia abbandonato il branco dove è nato per cercare un altro territorio libero da “conquistare” magari formando una coppia con altro esemplare nelle stesse condizioni ma di sesso diverso.
Una giovane coppia che metterebbe al mondo una prima cucciolata dando il via ad un nuovo branco.
Si tratta infatti del meccanismo con il quale i lupi stanno ripopolando territori che per secoli non li avevano più visti, cacciati e massacrati dall’ignoranza di chi pensa che siano animali pericolosi e “nocivi” in quanto predatori. Una visione limitata che vede l’uomo al centro del Mondo e libero di sterminare qualunque cosa renda più complessa (e certamente a tratti più difficile) la sua vita su questo pianeta.
Dimostrare che una convivenza è possibile e non è neppure così complicata è la missione che le Istituzioni hanno e avranno ancor di più in futuro: garantendo i risarcimenti e sostenendo la realizzazione di difese per allevamenti e pascoli più che assecondare gli istinti più bassi di chi vorrebbe imbracciare un’arma e, come nel Far West “farsi giustizia da solo”.