Aggiornamento del 15 maggio 2024 – Veniamo informati dalla diretta interessata che, a seguito della protesta, gli uffici tecnici e il servizio clienti 159 hanno fornito tutta l’assistenza necessaria al ripristino della situazione e alla riattivazione della linea con la numerazione iniziale.
E’ stato inizialmente necessario attivare una nuova linea che è poi stata “programmata” per funzionare con la numerazione iniziale. La persona ha quindi nuovamente disponibile il numero che ha usato per 50 anni.
Genova – Un sms per comunicare la “cessazione” unilaterale della linea telefonica ed una pensionata ultra ottantenne perde il numero telefonico con cui ha chiamato e ricevuto telefonate per 50 anni.
Capita anche questo nell’epoca delle telecomunicazioni dove un anziano può ritrovarsi a perdere in un baleno i contatti di una vita con amici e parenti lontani senza alcuna possibilità di rimediare.
E’ quanto è successo ad una pensionata genovese che si è ritrovata senza linea telefonica e, fatto ancor più grave, senza la possibilità di ritornare in possesso del proprio numero di telefono, lo stesso con cui, per 50 anni, ha chiamato ed è stata chiamata e che costituiva uno dei pochi canali di collegamento con i figli e i parenti lontani.
Tutto avviene in una sequenza di malintesi e comunicazioni difficoltose che vanno avanti da tempo, ovvero da quando la pensionata ultra-ottantenne ha scelto la compagnia telefonica Wind-Tre per la sua linea telefonica.
All’inizio tutto bene ma poi la decisione di pagare senza addebito bancario e di ricevere i bollettini per posta crea i primi “malintesi” e qualche ritardo nei pagamenti delle bollette.
Nel tentativo di evitare i problemi, la pensionata decide di farsi aiutare dal figlio che abita altrove e che riceve le bollette, intestate alla donna, presso il suo domicilio.
Un indirizzo che forse non piace alle Poste e gli inconvenienti si ripetono ma sempre con il tardivo ma effettuato pagamento di quanto dovuto.
Un ulteriore tentativo di rendere “più fluide” le cose si concretizza con la decisione di farsi inviare per posta elettronica le bollette, ovviamente sull’indirizzo del figlio.
A quel punto, però, qualcosa va storto e l’ultimo disguido genera il disastro. Una mail non ricevuta, una bolletta pagata in ritardo ma che riporta che “i pagamenti precedenti risultano regolari” e madre e figlio sono convinti che tutto si sia risolto sino a quando alla pensionata viene inviato un sms che comunica la “cessazione della linea” e la scoperta che non sarà più possibile riottenere il numero telefonico che per decenni è stato usato da amici e parenti per chiamare e mantenere i contatti anche tra Paesi lontani.
Le chiamate al Call center – che sostiene di non poter avere informazioni a riguardo – e l’invito a recarsi nei “negozi fisici” dove la pensionata ha scoperto di poter solo aprire una nuova linea con un nuovo numero di telefono, dopo 50 anni.
Le ragioni delle parti sono certamente equilibrate e certamente l’azienda ha fatto tutto nel rispetto delle “regole” ma ci si domanda se non poteva essere usata una “precauzione” in più rispetto ad un cliente che di certo non è più tanto smart come quelli mostrati nelle luccicanti campagne pubblicitarie.
Una sollecitazione per chi “fa le leggi” affinché si trovi il modo di cautelare, anche rispetto a situazioni come queste, laddove una persona anziana può ritrovarsi isolata dal mondo per un mero errore amministrativo.
Nessuno pretende che vengano dimenticati eventuali pagamenti non effettuati ma sembra facilmente comprensibile che lo stesso trattamento rivolto verso un adulto nel fiore degli anni non può essere usato nei confronti di chi fa più fatica a stare al passo dei tempi e al correre veloce della tecnologia. Se non altro perché, se si ha fortuna, tutti si invecchia.
a seguito della pubblicazione della vicenda l’Ufficio Stampa di Wind ha inviato al nota che volentieri pubblichiamo insieme alla precisazione dell’Utente:
“La disattivazione della linea della cliente è avvenuta per il mancato pagamento di svariate fatture, previa sospensione del servizio intervenuta solo a seguito di diversi insoluti. L’importo dovuto è stato più volte comunicato sia in via telematica che telefonicamente anche al figlio, delegato dalla signora. È stato inviato un preavviso di risoluzione del contratto, qualora il saldo non fosse avvenuto entro i 40 giorni successivi. La cliente avrà comunque la possibilità di recuperare il suo numero di telefono entro il termine di 60 giorni dalla disattivazione, tramite la Number Portability”.
Alla precisazione di Wind-Tre gli interessati rispondono che:
Ci sono stati senza dubbio problemi legati alla difficoltà di comunicazione – come riportato nell’articolo ma la maggior parte dei pagamenti è avvenuta e l’ultima fattura che alleghiamo indica nel testo che “i pagamenti precedenti risultano regolari” e pertanto si domanda da dove l’Utente avrebbe dovuto dedurre che c’era una procedura di sospensione in atto.
Ci sarà certamente stata una comunicazione e non è stata certamente intenzione delle parti di creare “un caso” ma resta il fatto che una persona di oltre 80 anni si è vista cessare la linea che usava da 50 anni.
Precisiamo inoltre che la successiva chiamata al numero clienti 159 dava per risultato la impossibilità di riattivare la linea con la stessa numerazione e che nessuna comunicazione a riguardo è stata data dal Servizio Clienti interpellato.
Siamo dunque ben lieti che Wind-Tre si renda disponibile e chiediamo di essere contattati per risolvere in modo bonario la situazione, magari con domiciliazione bancaria delle fatture.