Camogli (Genova) – I cinghiali sono tornati a passeggiare tra i bagnanti sulla spiaggia di San Fruttuoso di Camogli, proprio sotto la celebre abbazia custodita dal FAI e tornano anche le polemiche sulla “gestione” degli animali.
Da una parte chi li vorrebbe uccidere, per limitarne l’espansione e per “insegnare” ai superstiti ad evitare i luoghi frequentati dagli umani, e dall’altra chi pensa che la soluzione debba essere incruenta e che le amministrazioni locali possano intervenire senza uccidere nessun animale.
I fatti sono noti: al ritorno della bella stagione e delle spiagge affollate di turisti, piccole famigliole di cinghiali tornano a frequentare le spiagge che furono dei Doria, antica e nobile famiglia genovese.
Laddove un tempo c’erano le barche dei pescatori, oggi ci sono i lettini e i teli mare dei bagnanti ma, soprattutto, aumenta vertiginosamente la quantità di rifiuti abbandonata in ogni dove e i cinghiali (ed altri animali) hanno imparato che è possibile mangiare con poco sforzo e senza particolari problemi.
Il risultato sono le “scorribande” che alcune famigliole di ungulati “più intraprendenti” arrivano addirittura a scendere in spiaggia e passeggiare impunemente tra i teli stesi sulla battigia, pronti ad afferrare qualche boccone inopportunamente offerto o qualche panino lasciato nello zaino da bagnanti scesi in mare.
Il più delle volte la faccenda si risolve tra le risate e i selfie “con cinghiale” ma non sono mancati momenti più “difficili” con vere e proprie “aggressioni”.
“Situazioni che sono l’ovvia conseguenza di comportamenti sbagliati – spiegano gli ambientalisti – sia da parte dei Turisti che offrono cibo e abbandonano i rifiuti ovunque e sia da parte delle amministrazioni che non adottano provvedimenti in grado, da soli, di contenere e limitare il fenomeno. Più facile evocare battute di caccia nel Parco riserva naturale o catture con reti e gabbie che – è provato scientificamente – non servono a nulla ed anzi peggiorano la situazione”.
Secondo gli ambientalisti, infatti, i cinghiali andrebbero affrontati con campagne di pulizia adeguate, ritiro costante dei rifiuti e sanzioni per i Turisti che offrono cibo e abbandonano i rifiuti ma, soprattutto, con distribuzione di cibo trattato con antifecondativi nei periodi di estro delle femmine.
“Se si uccide o si cattura (per poi ucciderla) una femmina dominante – spiegano gli ambientalisti – tutte le altre del branco vanno in estro e il risultato è che le femmine che figliano sono più numerose. In Natura, infatti, solo le femmine dominanti si accoppiano e il numero dei nuovi nati è limitato in modo del tutto naturale”.
Per affrontare l’emergenza cinghiali, insomma, non sarebbe necessario ricorrere ad abbattimenti e deportazioni (necessariamente seguite da uccisioni per le leggi vigenti) ma “riflessione e vera cura della cosa pubblica”.
“Basta informarsi bene per sapere cosa occorre fare – spiegano ancora gli ambientalisti – a meno di pensare che chi compie determinate scelte lo faccia più per accontentare il proprio elettorato di riferimento che per buona amministrazione”.
(la foto pubblicata sopra risale allo scorso anno)