Genova – E’ sempre fermo “con le 4 frecce” – come direbbe l’inviato di Striscia la Notizia Brumotti il progetto per la demolizione e ricostruzione dell’Asilo Quartiere Camoscio e di ciò che resta dell’ex scuola elementare che sorge nei pressi. Nel luglio 2024 l’ultima “promessa” del Comune: il progetto è stato rifatto, partiremo presto con i lavori ma, a sei mesi dalle ultime dichiarazioni, di operai e di mezzi di lavoro, in salita dei Gerbidi, alle spalle di un’altra scuola elementare e media, ancora non se ne sono visti.
L’asilo Quartiere Camoscio – apprezzato e frequentatissimo – è fermo da anni e ciò che resta della scuola, poi diventata sede degli uffici per le affissioni del Comune e poi sede di una Pubblica Assistenza, giace in condizioni di totale abbandono, totale disinteresse e voci della presenza di amianto.
Da oltre vent’anni i residenti della zona di salita Gerbidi attendono che dalle parole si passi ai fatti e quando, nel 2021, in piena campagna elettorale, assessori e consiglieri vennero a fare un sopralluogo, annunciando che i lavori sarebbero iniziati quella stessa estate, in molti ci hanno creduto e attendono ancora.
Nel luglio 2024 la nuova promessa e l’annuncio che, superate le difficoltà (dal 2021) era finalmente pronto il progetto per il nuovo asilo e per il nuovo edificio che dovrebbe sostituire i due presenti attualmente. I soldi sarebbero arrivati dal quel PNRR, il nuovo feticcio della “Terra promessa”.
Il progetto definitivo del “Nuovo polo per l’infanzia in viale Bracelli” prevede la demolizione dei due fabbricati, quello dell’asilo Camoscio e quello della ex scuola, per poi realizzare una nuova struttura per una spesa totale di 6,7 milioni di euro.
Nel luglio 2024 si disse che i lavori dovevano concludersi entro la fine del 2026, proprio per non sforare i tempi imposti dal Pnrr che, lo ricordiamo, prevede il rispetto delle tempistiche pena la perdita dei fondi.
Peccato che i due immobili, realizzati “temporaneamente” con strutture prefabbricate, negli anni 60, siano esattamente al punto di partenza e che, dal 2021 ad oggi non si sia mossa neppure una foglia. L’iniziale progetto, annunciato nel 2021 e che doveva veder ultimati i lavori nel 2023, è sfumato e quello sostitutivo langue in qualche cassetto e difficilmente vedrà il compimento entro il 2026 annunciato sei mesi fa.
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