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Genova, foto di animali uccisi sui social, Lupi a Sant’Ilario?

Lupo foto trappolaggioGenova – Una serie di foto di animali morti, sanguinanti ma apparentemente non divorati, pubblicati sulle pagine social di Nervi e dintorni. Suscitano impressione – e qualche perplessità – le immagini che ritrarrebbero capre e pecore uccise sulle alture di Sant’Ilario e accompagnate dall’invito a fare attenzione ai lupi.
Torna a far discutere, con i consueti toni “da psicosi” la diffusione di immagini non meglio identificate e geolocalizzate, riportate senza citare luogo e data, che ritrarrebbero animali uccisi da Lupi sulle alture di Genova.
Le immagini ritraggono senza dubbio alcuni animali da allevamento trucidati ma desta qualche sospetto il fatto che gli animali non presentino nessun segno del “pasto” e in molti si domandano che senso abbia, per un predatore carnivoro che certamente non si diverte ad uccidere (come invece fa l’uomo) sterminare una serie di prede senza poi mangiarle.
Impossibile risalire al luogo preciso dove sarebbe avvenuta la mattanza, la data effettiva dell’episodio ma anche stabilire se davvero sia l’opera di uno o più lupi – certamente presenti nella zona – o di un cane inselvatichito o addirittura di qualche squilibrato.
Di certo la pubblicazione delle immagini sta suscitando la consueta forte discussione tra chi difende i Lupi e la loro necessità di mangiare e chi invece invoca lo sterminio del predatore che lentamente sta tornando nei nostri boschi e sulle nostre montagne senza alcun problema per le persone ma certamente con qualche “problema” per chi alleva animali.
Se non si registra alcuna interazione ostile tra umani e lupi, altrettanto non si può dire per gli animali al pascolo senza precauzioni.
I casi di predazione esistono e vengono risarciti dalle istituzioni – pur con qualche polemica sugli importi – ma di solito gli animali assaliti presentano segni di un abbondante pasto come è ragionevole che sia visto che, in Natura, l’unico animale che uccide per sport è l’uomo.
Resta invece il problema della diffusione di notizie che possono allarmare la popolazione, specie in un periodo nel quale le escursioni sono frequenti e in presenza di zone abitate e quindi potenzialmente “visitabili” dal Lupo.
Gli animali tendono ad evitare i centri abitati e l’uomo in genere e chi li segue per fotografarli o studiarli sa bene che è molto difficile incontrare un lupo anche in zone dove sono segnalati interi branchi.
Si usano foto-trappole o appostamenti al limite dell’eroismo su alberi e postazioni molto disagevoli eppure c’è chi è convinto che basti entrare in un bosco per poter avere la possibilità di trovarsi faccia a faccia con uno degli animali che evoca più “brutte avventure” sulla terra ferma.
Nulla di più sbagliato statisticamente visto che nonostante i boschi siano ormai popolati da lupi da diversi anni, non si è mai registrato alcun attacco o comportamento aggressivo.
C’è invece una parte di persone che diffonde fake news sui lupi con il solo scopo di creare una “reputazione” negativa sull’animale o riportare alla memoria antichi timori.
C’è chi considera il Lupo un “rivale” perché si ciba di animali selvatici come cinghiali, caprioli e daini e magari preferirebbe restare l’unico a cacciare nei boschi.
Un conflitto di interessi che da una parte dovrebbe vedere le istituzioni più sensibili nel risarcimento dei danni agli allevatori e dall’altra a combattere le fake news con la diffusione di analisi scientifiche e delle esperienze di chi nei boschi va per studiare e ricercare e ha titolo per parlare.

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