Genova – Abbattimento rinviato per consentire controlli approfonditi, in via Carso, per i faggi monumentali e sotto vincolo paesaggistico della Sovrintendenza gravemente danneggiati dallo scavo di una “trincea” per la posa di un cavidotto che servirà la nuoca centralina dell’Enel in costruzione.
Le proteste animate, l’indignazione degli ambientalisti e dei residenti e forse anche la minaccia di denunce ed esposti alla Magistratura, hanno bloccato l’annunciato e temuto abbattimento degli alberi per una supposta emergenza sicurezza.
E’ in corso una delicata trattativa per decidere le modalità con le quali gli alberi verranno monitorati e controllati da esperti indipendenti per valutare l’entità e la gravità del danno radicale, anche alla luce di una probabile vertenza legale tra la città e la ditta che ha eseguito lo scavo che potrebber aver messo in forse la sopravvivenza degli alberi, protetti da un vincolo paesaggistico e che quindi andavano tutelati con il massimo delle cautele.
Una piccola ruspa avrebbe invece scavato un “solco” che dal luogo dove sorgerà la nuova cabina elettrica dell’Enel arriva alla strada e probabilmente alla struttura che verrà alimentata proprio dalla cabina.
Il Municipio 1 Centro Est ha infatti proposto che il caso faccia da “esempio” per un nuovo modo di operare del Comune di Genova, non più fatto di emergenze e abbattimenti a tappeto, come purtroppo è accaduto anche recentemente, ma un confronto trasparente tra Cittadini ed esperti lasciando alle associazioni ambientaliste, ai comitati o ai singoli interessati, la possibilità di presentare valutazioni e pareri di esperti prima della decisione di un eventuale abbattimento di alberi.
L’episodio arriva poi al termine di una lunga sequenza di “anomalie” denunciate da chi difende il Parco delle Mura, zona vincolata e di pregio paesaggistico e storico da possibili abusi e deturpamenti.
Nella giornata di ieri via Carso era stata chiusa al traffico, con pesanti disagi per la viabilità della zona, per il rischio di caduta degli alberi. Rischio che, al momento, sembra escluso ma che potrebbe presentarsi se il danno alle radici avesse compromesso la salute degli alberi.
In quel caso Comitati e Associazioni presenterebbero una denuncia che aprirebbe la strada ad un contenzioso che bloccherebbe la centralina per un lungo periodo.
Ora la parola passerà agli esperti che dovranno capire se il taglio, seppur parziale delle radici, potrà avere effetti tragici per alberi che hanno impiegato un secolo per crescere.




























