HomeGenovaCronacaSicurezza, Silvia Salis: zero risorse da questo Governo, basta annunci

Sicurezza, Silvia Salis: zero risorse da questo Governo, basta annunci

Silvia SalisGenova – “Zero risorse per la sicurezza da questo Governo”. E’ la dura accusa lanciata dalla sindaca Silvia Salis nel corso del suo intervento, a Bologna, alla 42esima assimblea dell’ANCI, l’associazione nazionale dei comuni italiani.
“Nella manovra del Governo – ha dichiarato Salis – non ci sono risorse per la sicurezza. Basta annunci e occorre costruire città più sicure le donne”.
L’affondo della sindaca di Genova arriva in occasione della discussione sui dati diffusi dal quotidiano “Il Sole/24 ore” che dicono che la microcriminalità di strada, rispetto al 2019, è cresciuta del 3,4% nel 2023 e dell’1,7% nel 2024.
Episodi che fanno sentire insicure le persone.
«Il tema sicurezza – ha aggiunto Salis – non riguarda soltanto i sindaci del centrosinistra, anche se si continua a giocare sul fatto che le grandi città sono insicure perché amministrate dal centrosinistra. Hanno i problemi di tutte le grandi città. Serve più lungimiranza nelle azioni politiche. Il governo ha detto che sono state fatte 37 mila assunzioni nelle forze dell’ordine, ma non sono assunzioni, sono turnover. Le forze di polizia dovrebbero contare su 109 mila unità e ne hanno meno di 98 mila. Non c’è un investimento reale. Superiamo il populismo, parliamo di sicurezza per quello che è: un tema nazionale e, per certi aspetti, anche internazionale, che nessun governo può annunciare di risolvere dall’oggi al domani».
«Dobbiamo smettere di trattare la sicurezza come un argomento verticale – ha aggiunto Salis – è un argomento orizzontale che passa attraverso diversi assessorati e diversi ministeri. Si occupa di sociale, di commercio di prossimità con negozi che non devono chiudere, di urbanistica, di manutenzione. Da sindaca mi prendo le mie responsabilità, però bisognerebbe iniziare a fare una politica che sia più lungimirante. La politica ha la malattia del taglio del nastro, nessuno fa un provvedimento del quale poi non raccoglierà i frutti politici. Per la sicurezza ci vuole pazienza, è un patto tra generazioni politiche, altrimenti non si otterrà nessun risultato».
Il confronto con gli altri sindaci presenti è stato anche l’occasione per fare chiarezza sull’utilizzo del taser:
«Genova prima era amministrata dal centrodestra – ha detto la sindaca – nel novembre del 2023, con determina dirigenziale della direzione Polizia Locale, sono stati acquistati due taser con comprensivo corso di formazione, al costo di 12.900 euro. Sono stati consegnati il 29 febbraio del 2024. Per procedere con la sperimentazione, la legge prevede che i Comuni adottino uno specifico regolamento da approvare in consiglio comunale: il regolamento non è mai stato proposto al consiglio per la sua approvazione. A giugno, quando siamo arrivati noi in amministrazione, il centrodestra ha iniziato a chiedere le sperimentazioni. Ecco perché dico che dobbiamo parlare di sicurezza in modo serio, senza populismo».
Parlando di immigrazione irregolare, Salis è intervenuta definendolo «un tema che continua a esistere anche con un governo di centrodestra: un tema internazionale che va gestito senza populismo, con la responsabilità di qualcosa che comunque succede e di cui dobbiamo farci carico anche a livello centrale. A Genova aspettiamo ancora 11 milioni di euro per i minori non accompagnati: dovrebbero arrivare 4 milioni, ma ne mancano ancora 7. Sono minori che non hanno una rete sociale, che stanno in giro tutto il giorno».
In merito alla sempre maggiore diffusione di sostanze stupefacenti a basso costo, Salis ha parlato di «una questione sociosanitaria che ha un grande impatto sulla sicurezza percepita». «Bisogna smettere di affrontare questo argomento con leggerezza o di farne un campo di scontro politico – ha aggiunto – dobbiamo arrivare a un patto che riesca a vedere questo problema come un’emergenza che non si può combattere a botte di slogan. Serve responsabilità. I sindaci si prendono le loro responsabilità, ma dobbiamo essere aiutati. Sulla sicurezza non mi muovo di un centimetro».
Centrale nell’intervento della sindaca anche il passaggio legato alla sicurezza percepita dalle donne. «Una città più sicura è una città più illuminata e presidiata, perché, per le donne, la percezione di insicurezza è molto più alta – ha detto dal palco la sindaca – chiunque di noi ha camminato su un marciapiede guardandosi le spalle fino a che non è arrivata a casa e questo gli uomini non lo devono fare. Un commento per strada a una donna che in quel momento si sente minacciata è frutto di una mentalità che va combattuta anche dalle istituzioni. In questo, essere una sindaca donna mi dà una responsabilità in più, ma servono risorse. Gli aspetti punitivi o repressivi non sono sufficienti, c’è un fortissimo aspetto culturale. Non posso pensare che questo sia un Paese che non ha bisogno di educazione sessuale e affettiva. Se ho un esempio negativo in casa o al lavoro, anche un’ora alla settimana può cambiare le cose. Sapere che c’è un’alternativa e che quello che vivo tutti i giorni è sbagliato non cambierà la società, ma inizia a cambiare me. I giovani così possono crescere pensando che non è giusto che un padre tratti male una madre e che quel comportamento non si deve ripetere».

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