Kaohsiung (Taiwan) – Si sono suicidati per protesta i sei detenuti che avevano preso d’assalto l’armeria di un carcere prendendo in ostaggio due persone.
Si è concluso nel sangue il tentativo di evasione avvenuto nel carcere di Kaohsiung, nel sud dell’isola di Taiwan. I detenuti hanno liberato gli ostaggi e si sono tolti la vita in una clamorosa forma di protesta contro il regime carcerario.
Gli uomini, tutti condannati per gravi reati come omicidio e traffico di droga, avevano assalito l’armeria del carcere prendendo alcuni ostaggi e le forze dell’ordine di Taiwan avevano subito pensato ad un tentativo di evasione.
Con il passare delle ore, però, i detenuti hanno “spostato il tiro” manifestando piuttosto la volontà di protestare contro le condizioni in cui vengono tenuti i carcerati.
I “rivoltosi” hanno infatti scritto diverse lettere, consegnate ai Media, nelle quali denunciano il trattamento cui erano sottoposti e la disparità di trattamento per i politici corrotti.
In particolare è stato definito “ingiusto” il caso dell’ex presidente di Taiwan, Chen Shui-bian, a cui era stata garantita la libertà condizionale il mese scorso per problemi di salute, dopo essere stato condannato per corruzione nel 2009.
Dopo aver avviato una trattativa con le forze dell’ordine, però, i sei detenuti hanno improvvisamente liberato gli ostaggi e poi si sono suicidati uno dopo l’altro.
I primi quattro si sono tolti la vita in rapida successione e gli ultimi due hanno sparato diversi colpi contro i compagni di protesta per assicurarsi che fossero morti e poi si sono tolti la vita anche loro.