Olbia-Tempio – E’ stato condannato a 3 anni e 6 mesi di carcere, oltre alla perdita della patria potestà, l’ex calciatore Andrea Sereni, che era stato trascinato in tribunale dalla ex moglie Silvia Cantoro, che lo accusava di aver abusato sessualmente della loro bambina.
La ex consorte dell’ex portiere della Sampdoria, oltre che di Lazio e Torino, aveva denunciato il marito, con il quale era in corso una ‘sanguinosa’ battaglia legale per il divorzio. Quando Sereni era in attività come calciatore, sua moglie era anche il suo procuratore, e non appena il matrimonio cola a picco, cessa anche la carriera del portiere che, a 36 anni, decide di appendere le scarpette al chiodo per concentrarsi sul processo in corso dopo la separazione.
La ex modella Silvia Cantoro però, durante il suddetto processo, lancia a Sereni l’accusa più infamante: quella di violenza sessuale ai danni della loro figlioletta. E il processo con rito abbreviato contro l’ex calciatore si è concluso ieri a Tempio Pausania, in Sardegna, con il Gup Marco Contu che ha condannato Sereni per fatti che sarebbero stati commessi in una villa in Costa Smeralda nell’estate del 2009.
Matteo Sereni, appena appresa la sentenza ha commentato: “Sono sconvolto. Ho perso ogni fiducia nella giustizia. L’unica cosa che mi mantiene vivo è sapere che i miei figli conoscono la verità”. Mentre i suoi avvocati hanno puntualizzato: “Si tratta di una sentenza gravemente ingiusta che ci ha molto sorpreso e che certamente appelleremo. La condanna riguarda un processo nel quale la denuncia proviene dalla ex moglie di Matteo Sereni nel corso di una asperrima separazione coniugale ed in cui persino la bambina, più volte registrata dalla madre, ha successivamente ammesso che le accuse al padre non erano vere”.