Ohio – Nessun diritto ad un risarcimento perchè la bimba è nata sana e non ha problemi. Una decisione che sta scatenando un forte dibattito quella presa da un Tribunale dell’Ohio, negli Stati Uniti, cui si era rivolta una coppia di donne che aveva avuto una bambina con l’inseminazione artificiale scoprendo che era afroamericana.
All’origine della disputa uno scambio di provette causato da una errata numerazione. Un contenitore con sperma di un donatore bianco è stata scambiata con quella di un donatore afro-americano.
La coppia ha portato avanti la gravidanza ignara di tutto e poi, al momento del parto, ha scoperto che la figlioletta che avevano programmato, scegliendo il donatore biondo e con occhi azzurri, era invece scura di carnagione e con i capelli crespi.
La coppia ha tentato causa contro la clinica colpevole dell’errore sostenendo che nella piccola cittadina dove vivono, dove la popolazione è bianca al 98%, la piccola avrebbe sofferto per l’emerginazione sociale.
Il giudice che ha esaminato il caso, però, ha deciso di rigettare il ricorso poichè la bimba è sana e non ha alcun difetto fisico o malattia ereditaria e dunque il compito della clinica è stato svolto con professionalità e secondo il contratto sottoscritto.
L’opinione pubblica si è spaccata a metà sostenendo da una parte che il giudice ha ragione e che non c’è alcun diritto dei genitori di scegliere come deve essere il figlioletto e, dall’altra insinuando che la decisione sia “orientata” contro la possibilità, da parte delle coppie gay, di avere figli e contro la stessa opportunità di ricorrere alla fecondazione artificiale.
Secondo alcuni, insomma, il giudice avrebbe voluto insinuare il dubbio a tutte le coppie che si accingono a ricorrere a questo tipo di tecnica per avere un figlio.