Genova – La crisi economica fa una nuova vittima. Il titolare di un’impresa edile di 47 anni, residente nel quartiere di Quezzi, si è suicidato impiccandosi in casa.
L’uomo aveva raccontato ai familiari dei suoi guai lavorativi causati dalla crisi sempre più dura e dalla difficoltà crescente a farsi pagare per i lavori svolti per i clienti.
Una situazione che aveva minato la psiche dell’uomo che non riusciva più a dormire e non riusciva più a pagare i debiti contratti per lasciare un posto di lavoro fisso per tentare l’avventura di mettersi in proprio.
Una scelta che inizialmente si era rivelata molto proficua nel settore delle ristrutturazioni di appartamenti ma che poi, con l’arrivo della crisi, ha portato a crescenti difficoltà, soprattutto per riuscire ad incassare le fatture.
Ed è stato proprio il padre dell’uomo a scoprire la tragedia.
Insospettito per non averlo visto arrivare per cena, si è recato nel suo appartamento trovandolo ormai morto.
Inutile la disperata corsa del 118 nell’abitazione di Quezzi, il giovane imprenditore era già morto.
Sul caso è stata aperta un’indagine per escludere che nell’appartamento si trovassero altre persone.
A suscitare qualche dubbio la scelta di utilizzare del cavo elettrico per realizzare un cappio.
L’autopsia chiarirà definitivamente se l’uomo si sia tolto la vita o se, invece, sia stato ucciso.