La Spezia – Colpo di scena nelle indagini sul ritrovamento del corpo senza vita, nei boschi spezzini, di Giuseppe Colabrese, il ragazzo di 27 anni di Sulmona scomparso dopo un viaggio in Liguria. L’ultima persona ad aver visto vivo il giovane, un amico di 21 anni, sarebbe iscritto nel registro degli indagati con l’ipotesi di accusa di omicidio volontario.
Un atto dovuto, al momento, per consentire al giovane di difendersi e di nominare propri periti nel caso di esami irripetibili sui poveri resti di Giuseppe Colabrese.
I due erano amici e più volte a vittima aveva trascorso le vacanze estive in compagnia del giovane indagato, che ha una casa di campagna proprio a Canarbino dove è stato trovato il cadavere.
Il giovane aveva raccontato di aver visto per l’ultima volta Giuseppe a Genova, alla stazione di Principe. L’amico di Sulmona lo aveva accompagnato a prendere il traghetto per la Sardegna e poi non si erano più visti e sentiti.
Del caso si era occupata la trasmissione Chi l’ha visto che ha raccolto l’appello dei genitori che non avevano notizie del figlio da giorni.
Il ritrovamento del corpo, inizialmente senza nome, aveva subito fatto scattare i primi dubbi. Il cadavere ritrovato nei boschi da alcuni cacciatori, la vicinanza con la casa di campagna del giovane amico, aveva fatto sorgere i primi sospetti.
Quando il corpo è stato identificato e si è scoperto che a provocare la morte era stata una profonda ferita alla testa, le indagini hanno preso una svolta.
Ora verranno compiuti esami particolari sui vestiti indossati da Giuseppe Colabrese al momento della morte ed in particolare su alcune gocce di sangue che sarebbero presenti sugli indumenti. Sangue che potrebbe appartenere all’indagato.
Se la circostanza dovesse essere confermata, la posizione del giovane di 21 anni si farebbe molto più delicata.
Sarà il Ris di Parma a realizzare gli esami il prossimo 2 febbraio e poco dopo potrebbero arrivare elementi utili a risolvere il caso della morte di Giuseppe Colabrese.