Milano – L’Associazione difesa animali e ambiente (Aidaa) ha denunciato il noto chef Carlo Cracco, colpevole di aver cucinato un piccione durante l’episodio di Masterchef Italia dello scorso 14 gennaio. Il piccione è un’animale protetto dalla normativa nazionale ed europea. Da qui la denuncia al cuoco, che conduce il noto talent culinario insieme a Joe Bastianich, Bruno Barbieri e Antonino Canavacciuolo. “Nessuno discute che Carlo Cracco sia un grande chef – afferma Lorenzo Croce, presidente di Aidaa – ma il fatto che vada in tv a presentare un piatto a base di carne di piccione, che è un animale protetto dalla legge nazionale ed europea rappresenta un reato penalmente rilevante, che non potevamo far finta di non vedere. Per questo motivo proprio oggi ho firmato ed inviato la denuncia contro il signor Carlo Cracco alla procura di Milano per violazione della legge nazione di tutela della fauna selvatica e della direttiva europea 147/2009″. Non solo, ma dal momento che Masterchef è un programma che attira tantissimi spettatori, gli animalisti hanno denunciato Cracco anche per “istigazione a delinquere”, “avendo lo stesso con la diffusione di tale filmato criminoso istigato altri cittadini a compiere tali crimini in violazione delle normative europee e nazionali a tutela della fauna selvatica”. Sulla vicenda si è espresso il presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti, che ha definito la denuncia “un’esagerazione” e ha preso le difese dello chef. “Un conto – ha detto – sono i piccioni selvatici, un altro quello di allevamento: i primi non si possono cacciare né servire a tavola, i secondi, invece, si acquistano da allevatori specializzati e sono il piatto forte di molte trattorie e ristoranti un po’ in tutta Italia”. Il presidente ha poi spiegato come “da secoli in Veneto i piccioni vengano allevati per la loro carne”, che in epoca medievale si pensava avesse effetti afrodisiaci. Tornando sulla vicenda, Ciambetti ha poi concluso dicendo che se Cracco “come penso, ha cucinato un piccione d’allevamento, non vedo perché denunciarlo”.