Roma – Sono arrivate ieri sera, all’aeroporto militare di Ciampino, le salme di Salvatore Failla e Fausto Piano, i tecnici uccisi in Libia dopo una prigionia di diversi mesi.
Il C-130 dell’aeronautica italiana li ha trasportati dalla Libia, dove erano bloccati da giorni in attesa di una soluzione diplomatica e di un’autopsia contro cui si erano pronunciate le famiglie.
Ed una seconda ispezione dei medici legali verrà effettuata quanto prima sui poveri corpi di Failla e Piano per accertare come siano morti e alla ricerca di elementi utili a fare chiarezza sulla loro misteriosa morte.
All’arrivo delle salme erano presenti i familiari delle vittime, scossi per i tragici eventi ed infuriati con le autorità italiane che accusano di non aver fatto il possibile per salvare i due tecnici uccisi e di aver avuto un atteggiamento troppo accondiscendente con le autorità libiche che non hanno consegnato immediatamente i corpi rendendo più complicate le indagini.
Ora chiedono verità e giustizia e rifiutano i funerali di Stato in segno di protesta con il modo in cui è stata gestita la vicenda.
In particolare chiedono che venga fatta chiarezza sulla morte dei due uomini e chi li abbia uccisi.
Nei giorni scorsi si era parlato di un blitz fallito per la liberazione ma anche di una vera e propria “esecuzione” con un colpo alla testa, forse addirittura per spingere le autorità italiane a pagare un riscatto per la liberazione degli altri due italiani rapiti e rilasciati in circostanze ancora tutte da chiarire.