Bergamo – Nuovo colpo di scena nel caso dell’omicidio di Yara Gambirasio. Massimo Bossetti non riconosce come suo il Dna che costituisce la prova più “forte” nell’ipotesi investigativa che lo vede unico imputato.
“Quel dna non mi appartiene” – ha detto per la prima volta Bossetti, nel corso del suo interrogatorio.
Secondo il muratore il dna trovato sul corpo della ragazza di 13 anni scomparsa e poi trovata morta in un prato, non sarebbe il suo.
“E’ un dna strampalato – ha dichiarato durante l’interrogatorio – e che per metà non corrisponde”.
L’operaio sospettato dell’omicidio di Yara Gambirasio fa riferimento alla presunta mancata corrispondenza tra il dna nucleare e quello mitocondriale, uno dei cavalli di battaglia della difesa nell’intricata vicenda giudiziaria che, dopo mesi di indagini, ancora non ha una “prova indiscutibile” per inchiodare il presunto assassino alle sue responsabilità.
Comments are closed.
Credo che la pm farebbe meglio a fare un passo indietro