Genova – Un 47enne originario dello Sri Lanka è stato arrestato dagli agenti della Polizia di Stato di Genova per maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate.
L’uomo, nella serata di lunedì, ha alzato il gomito ed ha aggredito per l’ennesima volta la moglie colpendola ripetutamente al viso con una bottiglia e provocandole una profonda ferita da taglio al labbro.
Al momento dell’aggressione in casa era presente la figlia minore ed un familiare della donna che l’ha immediatamente soccorsa ed accompagnata al pronto soccorso dell’ospedale San Martino.
Qui gli agenti del posto fisso di Polizia, allertati dal personale sanitario, hanno richiesto l’intervento di una pattuglia. Gli agenti della volante hanno rintracciato il marito violento, ancora a casa a smaltire la sbronza, e lo hanno arrestato, trasferendolo nel carcere di Marassi.
La donna, sposata con il 47enne da 18 anni, era arrivata in Italia dallo Sri Lanka nel 2013 per ricongiungersi con il marito portando con se la figlia minore. In Italia l’uomo ha iniziato ad abusare di alcol diventando violento ed aggredendo la moglie; la donna, per paura che potesse perdere il lavoro, unico sostentamento della famiglia, non ha mai raccontato a nessuno cosa accadeva all’interno delle mura di casa fino all’episodio in questione.
Alla denuncia dell’accaduto gli agenti hanno attuato il protocollo E.V.A. – Esame Violenze Agite, un protocollo dedicato al contrasto della violenza domestica che ha consentito alla Polizia di monitorare oltre 50 casi di maltrattamento in ambito familiare.
Nella maggior parte dei casi la violenza è stata perpetuata dagli uomini nei confonti delle loro compagne, solamente in due casi la vittima della violenza è risultata essere un uomo.
Il progetto E.V.A. prevede che qualsiasi volante intervenga, sia su iniziativa che su richiesta, per segnalazioni di violenza intrafamiliare ed in maniera particolare nei casi di minacce, ingiurie, molestie o percosse, debba trattare la situazione secondo un protocollo che individua particolari modalità di ascolto delle vittime e dedica una particolare attenzione anche a chi assiste alla violenza, come i bambini.
La finalità del progetto è quella di “lasciare traccia” per costruire una memoria storica che serva per il monitoraggio del fenomeno e per una relativa strategia di contrasto, ma che sia funzionale anche dal punto di vista strettamente operativo, atteso il fatto che l’attuale normativa consente alla polizia di adottare, per l’autore “memorizzato”, provvedimenti restrittivi quali l’arresto obbligatorio in flagranza sia per il maltrattamento che per lo stalking.