Genova – Marassi non avrà la sua “festa sotto le stelle”. Gli organizzatori alzano bandiera bianca dopo aver girato per giorni interi tra un ufficio e l’altro per rispettare le nuove misure di sicurezza imposte dal Governo dopo i tragici fatti di Torino e le misure anti-terrorismo introdotte.
Strade bloccate da blocchi di cemento, piani di evacuazione, guardie private per garantire la sicurezza, assicurazioni per gli organizzatori che rischiano di pagare in proprio per ogni danno, costi che le piccole feste di quartiere non possono permettersi e che stanno facendo “tabula rasa” dei piccoli-grandi eventi in città.
“Marassi sotto le stelle era programmata per il 28 luglio ma gli organizzatori sono sempre più convinti di dover rinunciare a causa dell’incredibile mole di burocrazia imposta dalle nuove regole e da alcuni “obblighi” che fanno impennare in modo insostenibile le spese di organizzazione. Se non arriverà un pò di chiarezza sugli eventi pubblici il rischio concreto che vengano annullati tutti gli eventi che sino a pochi mesi fa rallegravano piazze e giardini.
A Marassi la notizia del possibile annullamento della festa sta provocando molti malumori e l’idea di dover rinunciare ad una festa che, nella passata edizione ha radunato oltre 3mila persone in piazza Galileo Ferraris, “brucia” e molto.
Secondo le nuove regole, imposte dal Governo a seguito degli eventi di Torino ma anche e soprattutto dopo gli attacchi terroristici, gli organizzatori dovrebbero provvedere a loro spese a bloccare gli accessi alla piazza con “new jersey” in cemento armato in funzione di barriera anti auto kamikaze, predisporre un piano di emergenza che consenta una rapida e ordinata evacuazione della piazza ma, soprattutto, garantire la presenza di vigilanza privata che controlli gli accessi e che possa intervenire in caso di necessità.
“chi ha pensato questa legge non ha idea dei budget che sono a disposizione delle piccole feste di quartiere – spiegano gli organizzatori – Quanto può costare un simile apparato? Quante guardie private bisogna assoldare per una festa in piazza e, soprattutto, chi paga visto che si tratta di eventi di beneficenza o comunque a budget bassissimi?”.
Le nuove norme stanno provocando una pioggia di “rinunce” e così, dopo la Soiree di Boccadasse e la sempre più probabile rinuncia anche degli organizzatori del Beach Waterpolo, sempre a Boccadasse, arrivano anche i dubbi su Marassi sotto le stelle.
Il caos è completo e gli sportelli preposti a dare risposte sembrano più interessati a “bloccare” piuttosto che “agevolare”.
“Ci hanno persino lasciato intendere – dicono ancora gli organizzatori di Marassi sotto le Stelle – che saremmo responsabili penalmente e civilmente per ogni danno. In pratica, chi organizza una festa di quartiere rischia casa e proprietà per organizzare una festa senza fini di lucro. Probabilmente ci sarà il deserto”.
Il fenomeno non riguarda solo Marassi e Genova più in generale ma tutta Italia. Chi organizza eventi teme anche la nascita di società “poco trasparenti”, magari intestate a prestanome nullatenenti, che si offriranno come “paravento” per chi vorrà comunque organizzare una festa di piccole dimensioni e dai costi non tollerabili.
Società di comodo, con sedi all’estero, senza capitale o beni sequestrabili in caso di vertenze giudiziarie e che faranno crescere l’illegalità piuttosto che garantire effettivamente il rispetto delle regole.
Il numero degli eventi “a rischio” cancellazione a Genova è in continuo aumento. Anche il gruppo musicale dei “Buio Pesto” sul suo profilo Facebook ha annunciato grossi problemi a rispettare tutte le date dei concerti previsti e le motivazioni sono sempre quelle.
Il rischio concreto, oltre ad azzerare le poche occasioni di festa che restavano nei piccoli centri e nei quartieri, è che le misure di sicurezza riescano laddove il terrorismo e la paura non erano riuscite: chiudere la gente in casa.